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Erika De Nardo si è sposata: nuova vita 18 anni dopo il massacro

La ragazza, con l'aiuto del fidanzatino Omar, uccise la madre e il fratello a Novi Ligure
Erika De Nardo nel 2006 -  © www.giornaledibrescia.it
Erika De Nardo nel 2006 - © www.giornaledibrescia.it
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«Erika ha una nuova vita, si è sposata. Ha maturato la giusta consapevolezza sulla tragedia, quella che permette di continuare a vivere. Il padre è stato molto importante in questo processo». Lo dice al settimanale Oggi don Antonio Mazzi parlando di Erika De Nardo, che nel 2001 col fidanzatino Omar uccise la mamma e il fratellino a Novi Ligure, nell’Alerssandrino.
Erika, dopo aver scontato la pena nel carcere di Verziano, è stata ospite della comunità Exodus fondata da don Mazzi. Erika De Nardo aveva 16 anni quando, il 21 febbraio 2001, a Novi Ligure, insieme a Omar Favaro, anche lui sedicenne, uccise con 96 coltellate la madre Susi Cassini e il fratellino Gianluca, di undici anni. 
Fu la stessa Erika a dare l'allarme, dicendo di essere riuscita a sfuggire a degli sconosciuti armati di coltello, entrati all'improvviso in casa ma, mentre si trova con Omar nella caserma dei carabinieri, venne filmata mentre mimava le coltellate e cercava di rassicurare il complice. I ragazzi vengono fermati e portati in carcere. 

In primo grado, nel dicembre 2001, il tribunale dei minori di Torino condanna Erika a 16 anni e Omar a 14 anni, sentenza confermata in Cassazione.

Per effetto dell'indulto e dello sconto di pena per buona condotta, per entrambi il periodo di detenzione si riduce, fino al loro definitivo ritorno in libertà: per Omar da marzo del 2010, per Erika dal dicembre 2011. Lui, dopo essersi trasferito con i genitori da Asti ad Acqui Terme, ha provato a rifarsi una vita in Toscana con una compagna.

Per lei, già prima del «fine pena», si erano aperte le porte della comunità Exodus di don Mazzi, dove è rimasta per alcuni mesi anche dopo. Nel periodo di detenzione Erika si è prima diplomata e poi laureata in filosofia con 110 e lode, mentre in comunità si è occupata di volontariato. In tutti questi anni il padre Francesco le è stato sempre vicino. 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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