Emergenza sangue in Sardegna, -10mila sacche rispetto al 2022
CAGLIARI, 03 AGO - "Gli ospedali d'estate non chiudono, le sale operatorie non chiudono, i trapianti si fanno, i pazienti anemici cronici continuano ad aver bisogno di trasfusioni: ecco perché è importante che le riserve di sangue negli ospedali siano sempre presenti". L'appello arriva dal presidente dell'Avis Sardegna, Vincenzo Dore, e dal direttore sanitario dell'Avis regionale, Marino Argiolas, che hanno fatto il punto sull'emergenza sangue nell'Isola. Il 2023 conta, ad oggi, 30.579 unità prodotte, contro le 40.543 del 2022: l'associazione ha rilevato quindi una diminuzione di donazioni del 2,4%, pari a 964 unità, ma a fronte di un aumento della richiesta del 3,3% quest'anno, ossia 1662 sacche trasfuse in più.
"Rispetto al numero di abitanti - ha spiegato Argiolas - la Sardegna è la regione che in Italia produce più sangue. Noi produciamo 51 unità per mille abitanti e questo dato dimostra che il sistema associativo funziona ed è in grado di rispondere alle emergenze anche con il minimo di tempo a disposizione sul fronte organizzativo. Il nostro problema maggiore, però, è che noi trasfondiamo molto di più rispetto alle altre regioni".
"Nel periodo estivo la popolazione in Sardegna aumenta considerevolmente e al contempo le donazioni di sangue subiscono un calo fisiologico dovuto alle partenze per le ferie. Sono tantissime le richieste di sangue che ci arrivano dagli ospedali costantemente in affanno - ha detto Dore - Alcuni interventi chirurgici sono saltati, così come qualche trasfusione".
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