Italia e Estero

Elezioni politiche: come funziona la legge elettorale del Rosatellum

Era già stato usato nel 2018, ma stavolta - dopo il taglio dei parlamentari - ci sono delle novità. Cosa c'è da sapere prima di andare alle urne
Il Rosatellum era già stato applicato nella tornata elettorale del 2018 - Foto Ansa/Fabio Frustaci © www.giornaledibrescia.it
Il Rosatellum era già stato applicato nella tornata elettorale del 2018 - Foto Ansa/Fabio Frustaci © www.giornaledibrescia.it
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Il 25 settembre alle elezioni politiche si voterà con il Rosatellum, legge elettorale che deve il suo nome al suo relatore, il senatore Ettore Rosato. Non è la prima volta che viene applicato: era già stato usato nel 2018. Quest’anno, però, c’è una differenza: dopo il taglio dei parlamentari approvato nel 2020 con il referendum costituzionale, i collegi elettorali sono cambiati e i seggi da assegnare sono ovviamente diminuiti. Prima erano 945, ora sono 600 (400 alla Camera e 200 al Senato).

Facciamo il punto sul Rosatellum e come funziona.

Come vengono assegnati i seggi

Italia al voto per le Politiche il 25 settembre - Foto Ansa/Angelo Carconi © www.giornaledibrescia.it
Italia al voto per le Politiche il 25 settembre - Foto Ansa/Angelo Carconi © www.giornaledibrescia.it

Il Rosatellum è un misto tra sistema maggioritario (chi prende più voti viene eletto) e sistema proporzionale (seggi assegnati in base alla percentuale ottenuta dal partito). Nello specifico, la legge elettorale in vigore prevede che un terzo dei seggi delle Camere venga assegnato con il maggioritario (in collegi uninominali) e i restati due terzi con il proporzionale (in collegi plurinominali).

Per quanto riguarda i seggi con il maggioritario, in ogni collegio è eletto il candidato più votato. Per il proporzionale, i seggi sono assegnati alle coalizioni tra partiti o alle singole liste che superano rispettivamente il 10% e il 3% dei voti a livello nazionale. Il riparto dei seggi è su base nazionale per la Camera e regionale per il Senato (in Lombardia ne sono previsti 31).

I collegi elettorali

Un fac simile di scheda elettorale con il Rosatellum - NicoGlock/Wikimedia
Un fac simile di scheda elettorale con il Rosatellum - NicoGlock/Wikimedia

I collegi elettorali sono porzioni di territorio in cui un gruppo di esperti ha diviso in modo convenzionale l’Italia: hanno dimensioni molto diverse, ma sono equilibrati per numero di abitanti. I collegi, a loro volta, sono aggregati in circoscrizioni: come nel 2018, sono 28 per la Camera e 20 per il Senato.

I collegi elettorali possono essere uninominali o plurinominali. Gli uninominali sono 221 (147 per la Camera e 74 per palazzo Madama): qui vince il candidato che ottiene più voti. Dunque, 221 seggi in Parlamento saranno assegnati in base a quanto emerge dalle urne dei 221 collegi uninominali.

Altri 367 seggi (245 alla Camera e 122 al Senato) sono invece assegnati nei collegi plurinominali, dove si elegge più di un candidato, applicando il sistema proporzionale. In questo caso, un seggio non corrisponde a un collegio: ognuno infatti elegge almeno due parlamentari. I più agili in matematica avranno notato che mancano all’appello 12 seggi: sono quelli che spettano alla circoscrizione estero (8 alla Camera e 4 al Senato).

Per non aggiungere ulteriori complicazioni, è stato deciso che i collegi plurinominali siano costituiti da uno o più collegi uninominali che confinano tra loro.

Come si vota

Al seggio, l’elettore riceverà due schede: una per la Camera e una per il Senato. Sulla scheda troveranno il nome del candidato al collegio uninominale e una breve lista bloccata di candidati per la parte proporzionale. Il cittadino può scegliere la lista da votare, ma non può indicare preferenze. Con il Rosatellum, l’elettore è chiamato a mettere una croce sul simbolo, per ridurre la possibilità di errore. In caso si faccia un segno sulla lista di candidati, il voto va in automatico esteso anche al candidato collegato per il maggioritario. Se invece si fa un segno sul nome dell’uninominale, il voto si spalma tra le diverse liste che lo appoggiano.

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