Italia e Estero

Disastro aereo, Etiopia e Cina fermano i Boeing 737 Max

Cinque mesi fa un Boeing 737 Max era precipitato nel Mare di Java: ora si cerca di capire le cause del nuovo disastro
I resti dell'aereo precipitato in Etiopia - Foto Ansa/Epa
I resti dell'aereo precipitato in Etiopia - Foto Ansa/Epa
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Ethiopian Airlines ha deciso di fermare i Boeing 737 Max dopo l'incidente occorso ieri a un aereo dello stesso tipo, precipitato sei minuti dopo il decollo causando 157 morti. Anche la Cina ha sospeso l'uso dei velivoli di quel tipo. 

Sul volo Addis Abeba-Nairobi viaggiavano 149 passeggeri ed 8 membri dell'equipaggio, di 35 nazionalità. Il presidente della Repubblica Mattarella esprime riconoscenza per l'impegno professionale delle otto vittime italiane. Si tratta di Sebastiano Tusa, assessore ai Beni culturali della Regione Sicilia Sebastiano Tusa, archeologo di fama internazionale, che era diretto a Malindi per una conferenza dell'Unesco. E poi Virginia Chimenti, Maria Pilar Buzzetti e Rosemary Mumbi, impegnate a vario titolo con il World Food Programme; il presidente della ong Cisp e rete LinK 2007 Paolo Dieci; tre volontari della ong Africa Tremila, Carlo Spini, sua moglie Gabriella Vigiani e il tesoriere Matteo Ravasio.

È ancora presto per dire che cosa abbia causato lo schianto. Di certo c’è che il Boeing 737 precipitato in Etiopia è del tipo «800MAX», lo stesso dell'aereo dell'indonesiana Lion Air che cadde il 29 ottobre scorso nel Mare di Java pochi minuti dopo il decollo causando la morte delle 189 persone a bordo. 

 

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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