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Dirigente di Forza Nuova pestato a sangue in strada da 6 persone

La vittima del pestaggio è Massimo Ursino, portato poi in ospedale con una ferita sanguinante alla testa
Polizia sul luogo del pestaggio a Palermo - Foto Ansa/Mike Palazzotto
Polizia sul luogo del pestaggio a Palermo - Foto Ansa/Mike Palazzotto
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Almeno sei persone hanno accerchiato a Palermo il responsabile provinciale di Forza Nuova, Massimo Ursino, legandolo mani e piedi con nastro adesivo da imballaggio e pestandolo a sangue.
 
È accaduto ieri nella trafficata e centrale via Dante, intorno alle 19, coi negozi aperti e gente lungo il marciapiede. Gli aggressori erano vestiti di nero e avevano i volti coperti da sciarpe; tra loro, secondo i testimoni, c'era una ragazza che riprendeva il pestaggio con un telefonino. 

Portato al pronto soccorso dell'ospedale Civico dai sanitari del 118, Ursino aveva il volto pieno di lividi e una ferita sanguinante alla testa. Il dirigente di Forza Nuova è titolare di un laboratorio di tatuaggi nella vicina via Marconi. 

«Dopo una campagna d'odio seminata dal Gruppo Espresso e seguita da tutta la sinistra inclusa Liberi e Uguali, si scatena l'odio comunista contro Forza Nuova», il duro attacco del leader di Fn, Roberto Fiore, che sabato sarà nel capoluogo per un comizio che il forum antirazzista di Palermo (una ventina di sigle, tra le quali l'Anpi) ha chiesto di non autorizzare.

 

Massimo Ursino
Massimo Ursino

 

Nel 2006, Massimo Ursino venne arrestato nel luglio 2006 per aver rapinato e picchiato due immigrati del Bangladesh nel centro di Palermo di fronte al teatro Massimo. Dopo aver subito la rapina, una borsa e articoli di bigiotteria, le due vittime avrebbero inseguito Ursino e due suoi complici (anche loro di Forza nuova) ma questi avrebbero tirato fuori delle spranghe e picchiato a sangue gli immigrati. 

Ursino venne condannato in primo grado a due anni e mezzo di carcere. Ma quello con i due venditori ambulanti non è stato l'unico episodio violento e a sfondo razzista a cui Ursino avrebbe partecipato. Nel giugno 2005, sempre con altri due complici, aggredì con pugni e bastonate un nigeriano e un altro giovane originario di Siracusa in via Candelai, sempre nel centro di Palermo. I tre vennero rinviati a giudizio per lesioni aggravate per aver agito in base a «motivi razziali». Il dirigente di Forza Nuova nel 2008 partecipò al confezionamento e alla spedizione dei pacchi choc, inviati a varie redazioni giornalistiche, contenenti una bambola sporcata con sangue e interiora di animale per la campagna di Forza Nuova contro la legge 194.

 

 

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