Italia e Estero

Da luglio arriva l'assegno temporaneo per le famiglie con figli

La misura «ponte» resterà valida fino al 31 dicembre 2021. Potranno accedere i nuclei con un Isee inferiore ai 50mila euro annui
Il simbolo di una famiglia
Il simbolo di una famiglia
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Le famiglie con figli festeggiano. Il Consiglio dei Ministri ha redatto il decreto per l'assegno unico, una misura di sostegno al reddito basata sul numero dei figli e che spetterà ai nuclei familiari con un Isee inferiore ai 50mila euro annui. L'importo minimo parte da 30 euro, per arrivare a un massimo di 167,5 euro. Sarà un assegno mensile compatibile con il reddito di cittadinanza e valido dall'1 luglio fino al 31 dicembre 2021, prima di essere sostituito nel 2022 da un assegno universale, esteso a tutti. Per questo ora se ne parla, come scrive il sito del governo, in termini di «assegno ponte» o «assegno temporaneo».

L'obiettivo è quello di aiutare i cittadini italiani, europei o con permesso di soggiorno, residenti in Italia da almeno due anni e che abbiano un contratto di lavoro almeno semestrale, nelle spese per la gestione dei figli. L’assegno viene corrisposto per ciascun figlio minore in base al numero dei figli stessi e alla situazione economica della famiglia attestata dall’Isee (quindi gli importi diminuiscono con l'aumentare dell'Isee). Se nel nucleo sono presenti più di due figli, l'importo unitario per ciascun figlio minore viene maggiorato del 30% e per ciascun figlio minore con disabilità gli importi sono maggiorati di 50 euro.

Parlando a margine del Consiglio dei Ministri, la ministra della Famiglia Elena Bonetti ha detto: «È un momento bello per l'Italia. È davvero il segno dell'Italia che rialza la testa, che riparte». «Un impegno concreto verso le famiglie - le ha fatto eco il ministro del Lavoro Andrea Orlando -, un pilastro di un nuovo modello di welfare che stiamo costruendo per i più giovani». A parlare sono i due ministri che insieme al titolare del Mef, Daniele Franco, firmano il decreto attuativo. Ma tutti i partiti commentano positivamente una misura nata da un iter parlamentare e approvata praticamente all'unanimità. Di sicuro la misura sarà più robusta dei tradizionali aiuti e arriverà direttamente sul conto corrente: a regime varrà sei miliardi in più. Per il momento, cioè già dal primo luglio, l'assegno andrà ai lavoratori che finora erano privi di misure a sostegno delle famiglie, come autonomi, disoccupati, incapienti e percettori del reddito di cittadinanza. 

Spulciando dalle tabelle allegate alla misura «ponte» emerge che una famiglia con un reddito annuale fino a settmila euro riceverà un assegno di 167 euro al mese per figlio, che sale a 217,8 euro a figlio «per i nuclei con almeno tre figli minori» cioè dal momento in cui si entra nel settimo mese di gestazione del terzo figlio. In caso di tre figli quindi l'assegno mensile sarà di 653,4 euro per 7.840,8 euro annui. La cifra scende all'aumentare del reddito: chi ha un reddito da 40mila a 50mila euro lordi riceverà 30 euro al mese a figlio, 40 a partire dal terzo. Chi, ad esempio ha un reddito intorno ai 30mila avrà 51 euro o 67 euro a partire dal terzo figlio.

L'ammontare dell'assegno è stabilito in base a un algoritmo che segue da vicino la variazione del reddito per assicurare la massima equità. Oltre che con il reddito di cittadinanza, l'assegno è sommabile anche ad altre «misure in denaro a favore dei figli a carico erogate dalle regioni, province autonome di Trento e di Bolzano e dagli enti locali,». In attesa che l'assegno diventi universale, il «decreto ponte» ha aumentato anche gli assegni familiari di 35,7 euro mensili a figlio per i nuclei familiari fino a 2 figli, per i nuclei familiari di almeno tre figli gli importi sono maggiorati di 55 euro per ciascun figlio per equipararli al trattamento previsto dall'assegno unico.

L'onere della misura è di 3 miliardi complessivi: 1,580 miliardi di euro per finanziare «l'assegno unico», 1,380 miliardi per finanziare l'aumento degli assegni familiari dei dipendenti, e 30 milioni di euro per il rifinanziamento dei centri di assistenza fiscale previsti dallo stesso decreto. La misura non va letta come un primo passo della riforma dell'Irpef richiesta dal Recovery Plan. In realtà dovrà piuttosto essere necessariamente armonizzata con il pacchetto fiscale che Governo e Parlamento dovranno affrontare nei prossimi mesi. In questa sede bisognerà evitare che l'assegno ponte finisca - come al momento è destinato necessariamente - per aggravare i disequilibri del peso fiscale che grava sul ceto medio dipendente, disequilibri già ampiamente denunciati nel corso dell'indagine conoscitiva fatta dal Parlamento proprio in vista della riforma.

 

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