«Cycling for Peace», la meta si avvicina sotto la pioggia
Sempre più vicini alla meta «i due pedalatori» di Cycling for Peace hanno avuto una giornata pesante con pioggia e parecchi chilometri in più nelle gambe, da aggiungere ai previsti, per trovare una sistemazione. Ecco il loro racconto.
Day 12
Qurantotto chilometri, 1200 metri, forse anche più, di dislivello. Giornata devastante, disarmante, snervante e sfiancante. Fisicamente e mentalmente. Visto i temporali previsti per domani abbiamo deciso, forse ingenuamente, di aggiungere 45km ad una tappa che tutto sommato doveva essere facile.
Stamattina è andata bene, abbiamo fatto la salita fino a Banska Stiavnica volando, letteralmente. Paese meraviglioso, giustamente patrimonio mondiale dell'umanità Unesco.
Nel pomeriggio sono iniziati i problemi. Prima un temporale che ci ha colti di sorpresa, e poi un forte vento contrario fino al km 100 più o meno. Fatica oggi, tanta. Siamo arrivati alle 19.30 stremati ed esausti. Ivan ha ancora problemi con la gamba e a me inizia a fare male il ginocchio operato. I km si fanno sentire stasera.
Più di una volta oggi mi sono chiesto il perché di questa folle impresa. Noi che sicuramente grandi atleti non siamo. Seguendo Ivan a ruota sotto la pioggia, mangiando fango delle pozzanghere, con auto e camion iaccanto a 100km/h, mi chiedevo che senso avesse quello che stiamo facendo. Mi sono soffermato più volte a guardare la bandierina sporca e malconcia che sventola dietro le nostre bici, leggendo le parole scritte da noi il giorno prima della partenza. Pensavo alla sofferenza ed alla desolazione causata da un tiranno infame e codardo, e la rabbia mi spingeva avanti, non con le gambe, ma con il cuore.
Sono orgoglioso di Ivan, che non molla. 50 anni tutto acciaccato, non molla mai. Sono orgoglioso di me stesso. Estremamente orgoglioso. Orgoglioso di cosa stiamo facendo, che magari non servirà a nulla, ma se salverà anche solo una vita per me sarà valso tutto. Non abbiate dubbi, noi in Ucraina arriveremo, in un modo o nell'altro arriveremo. Tutto ciò ormai è troppo importante per noi. Con la testa e con il cuore. Con l'orgoglio e con la grinta. Con la forza e con il coraggio, arriveremo. (Qui per donare i soldi per l'acquisto di un'ambulanza pediatrica da portare in Ucraina)
Chi ci conosce sa che se non fossimo qui saremmo a Niardo con la pala in mano. Ma siamo qui. Quindi finiamo questo viaggio straordinario e poi torniamo a casa. Serve aiuto a casa, ma siamo partiti per aiutare i bambini ucraini e termineremo la missione. Vale tutto.
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