Crisi di governo: Salvini prova a ricucire, ma M5S lo respinge
La rottura, il ritorno alle urne da fare al più presto, la mozione di sfiducia: Matteo Salvini sembrava certo di fare cadere il governo sfiduciando il premier Giuseppe Conte, ma col passare dei giorni sembra tornare sui propri passi. Aveva chiesto pieni poteri agli italiani per poi dichiarare a Ferragosto di non avere mai detto di voler staccare la spina all’esecutivo, offrendo successivamente il posto di premier a Luigi Di Maio in un governo gialloverde bis. Un'ipotesi, quest'ultima, circolata come indiscrezione di stampa e smentita dal leader pentastellato. In mezzo, la promessa del voto positivo da parte della Lega al taglio dei parlamentari, fatta in Senato prima di essere sconfitto nel voto sulla calendarizzazione della crisi.
In questo gioco di veleni, tatticismi e trattative, il Pd sta alla finestra dopo la mossa di Matteo Renzi, che aprendo a un’alleanza a termine con M5S ha sparigliato le carte in questa crisi agostana. L’unica certezza è che il premier Conte parlerà in Sentato, mentre il presidente della Repubblica Mattarella è tornato in anticipo dalle vacanze in Sardegna per seguire la contorta situazione politica.
Le aperture di Salvini, però, non fanno breccia nel Movimento. «Vorremmo mettere una cosa in chiaro - si legge sul Blog delle Stelle -, visto che ancora non lo è per tutti. Salvini e la Lega non solo hanno fatto cadere il governo a Ferragosto, portando il Paese sull'orlo del precipizio per rincorrere i sondaggi e il loro interesse personale. Salvini e la Lega hanno anche fatto una scelta politica, una chiara scelta politica. Perché 24 ore dopo aver aperto la crisi (nemmeno 24 ore dopo, pensate!) hanno chiamato Berlusconi e sono andati ad Arcore».
La trattativa con Berlusconi in vista del ritorno alle urne diventa dunque un ulteriore motivo di scontro tra gli ormai ex alleati di governo. «Questo mica ce lo stiamo inventando noi, al contrario. È una notizia di pubblico dominio. C'è anche un'intervista di Salvini rilasciata 5 giorni fa al Giornale, guarda caso proprio il quotidiano della famiglia Berlusconi, in cui pubblicamente dice di voler fare "un governo del sì" insieme al Cavaliere. E sapete qual è il paradosso di tutto questo? Che ora pare sia lo stesso Berlusconi a snobbarli. Gli ha dato picche!».
Per i Cinque Stelle, la situazione è irrecuperabile. «È incredibile, nemmeno lui si fida di loro, ma è costretto a starci insieme per farsi garantire le tv. È il solito giochino di sempre, sono 30 anni che è così. Io ti do, tu mi dai. Ma a noi queste logiche non interessano. Il MoVimento 5 Stelle è un'altra cosa. Chissà cosa penseranno adesso coloro che negli ultimi mesi si erano avvicinati per la prima volta alla Lega. Salvini ha preferito Arcore a voi. È vero - conclude il blog - ha provato a fregarci tutti, ma alla fine si è fregato lui. Ora tirate le somme!».
A questo punto, solo Mattarella può indicare la via per uscire dall'impasse. A ribadire il concetto, questa mattina Giuseppe Brescia (M5S), presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, dichiara in un’intervista a La Stampa che «nessuna ricucitura è possibile, ormai tutto il discorso con la Lega è compromesso definitivamente e non si può tornare indietro».
«Non daremmo un'immagine di serietà al Paese - spiega Brescia -. Infatti non credo sia possibile rimangiarsi certe parole da parte di Salvini e far finta che non sia successo nulla». Per Brescia i ripensamenti che arrivano dalla Lega «sono il risultato di chi si rende conto di averla fatta grossa e di aver sbagliato del tutto modi e tempi di un'operazione che i leghisti avevano in mente da tanto tempo. Ma che Salvini, con un colpo di sole, ha fatto nel modo più sbagliato, con una decisione autonoma che molti dei suoi non hanno condiviso». Ora, da parte del M5s «c'è solo l'intenzione di portare a termine una riforma epocale. Ovvio che l'ultimo voto sulla riforma sarà fatto più in là, se si troverà una nuova maggioranza. Al Pd chiederemo certezze».
Un eventuale accordo con i Dem «dovrà avere una serie di temi al centro degli interessi italiani, come il salario minimo, che credo sia facile punto di incontro con il Pd». Rispetto ad altri nodi di possibile accordo come la Tav «credo sia ormai questione chiusa. Il Senato purtroppo ha votato contro la nostra mozione e siamo rimasti isolati. La giustizia è uno di quei temi su cui ci saranno sensibilità diverse, ma saremo in grado di trovare la quadra». L'esperienza di governo con la Lega, commenta «è stata di certo una delle più dure mai affrontate, ci ha forgiati e ci sentiamo pronti a tutto».
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