Crisi di governo, gli scenari dopo le dimissioni di Conte
Resta complessa la situazione politica italiana dopo la crisi di Governo innescata dalla Lega, su cui lo stesso Salvini è sembrato però voler tornare indietro.
In un duro discorso al Senato, in cui ha attaccato il leader leghista a tutto campo (pur ribadendo che «non è una questione personale»), Conte ha annunciato le proprie dimissioni.
Quando poi è uscita la notizia del ritiro della mozione di sfiducia a Conte presentata dalla Lega nei giorni scorsi, il premier, durante la replica in Senato, ha dato a Salvini del pavido, un politico «che non ha coraggio dei suoi comportamenti».
«Nessun problema, è evidente che la crisi porta la sua firma politica. Ma se non ha coraggio, me l’assumo io», ha detto Conte prima di salire al Colle per rimettere il mandato.
A questo punto tutto è nelle mani di Mattarella. Da domani pomeriggio il presidente della Repubblica inizierà il lavoro di consultazione, partendo dal presidente emerito Napolitano e dai presidenti di Senato e Camera prima di arrivare ai rappresentanti dei gruppi parlamentari e dei partiti politici.
Una ricomposizione tra Lega e M5S appare molto difficile. I discorsi dei pentastellati oggi al Senato erano decisamente ostili nei confronti dell’ormai ex alleato di maggioranza, nonostante le aperture fatte da Salvini («votiamo insieme il taglio dei parlamentari e poi andiamo al voto»).
Prosegue intanto il dialogo tra il Movimento 5 Stelle e il Pd per la costituzione di un eventuale nuovo governo. Anche in questo caso il percorso è accidentato, ma da entrambe le parti c’è disponbilità, come ribadito in aula da Matteo Renzi, il primo a ipotizzare un governo giallorosso per arginare Salvini.
Se non si riuscisse a formare una maggioranza politica, con un contratto alla tedesca proposto da Luigi Di Maio a non ancora specificati futuri alleati, si aprirebbe la strada a un governo di scopo che approvi la Finanziaria.
Se però anche questo tentativo fallisse, l’unica opzione sarebbero le elezioni, in un contesto davvero delicato per l'Italia dal punto di vista economico e finanziario, oltre che politico.
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