Covid, l'Italia resta tutta bianca per un'altra settimana
L'Italia resta tutta bianca almeno per la prossima settimana, e anche le situazioni più critiche della pandemia, come quella della Sicilia, sembrano rientrare.
Dall'ultimo report dell'Istituto superiore di sanità, un dato confortante però arriva sull'Rt, che scende ancora e si attesta ad 1,1 mentre la scorsa settimana era ad 1,27. L'ulteriore ribasso conferma una tendenza in atto già da alcune settimane (il 6 agosto era a 1,56). Ma che in generale la curva dei ricoveri si stia alzando lo conferma lo stesso direttore della
prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza, il quale parla di «un aumento rispetto alla scorsa settimana particolarmente sensibile in alcune regioni e soprattutto riguarda persone non vaccinate». E la Sicilia - che registra i livelli più bassi di popolazione immunizzata - corre già ai ripari contro i contagi con un'ordinanza del governatore Nello Musumeci, il quale sta valutando delle restrizioni nei Comuni che hanno un numero di vaccinati inferiore al 60%.
Posti letto occupati
Anche se nessuno dei territori supera la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o area medica - quindi nessuna bocciatura in giallo secondo i parametri fissati - i tassi salgono: in intensiva c'è un aumento al 4,9%, da 322 ricoverati del 10 agosto ai 423 del 17 dello stesso mese. In aree mediche la quota raggiunta è invece 6,2% (da 2.880 a 3.472), con allerte di resilienza in 12 Regioni. La Sicilia è oltre la soglia per occupazione di posti letto in area medica da pazienti Covid con il 16,5% (contro il tetto del 15%), seguita, ma dentro soglia, dalla Calabria con 13,8%, Sardegna (9,9%) e Basilicata (9,6%). La Campania registra un tasso di 8,5%, il Lazio di 7,9%, l'Umbria 6,6% e la Toscana 6,1%. Le altre si attestano tra il 4 e il 5 per cento. La regione con il più basso tasso di occupazione in area medica è il Friuli Venezia Giulia con il 2%. La media nazionale è al 6,2%. Restano la Sardegna e la Sicilia le regioni con il tasso di occupazione delle terapie intensive più alto. Le due isole si attestano al 9,2%, sotto la soglia del 10% prevista dai nuovi paramenti, e le segue al 6,7% la Toscana, la Calabria al 6,5% e l'Emilia Romagna al 5,8%.
L'andamento dei contagi
La situazione è simile sull'incidenza dei casi ogni centomila abitanti: le più alte sono in Sardegna (156,4) e Sicilia (155,8), seguite dalla Toscana (127,3). Sono solo cinque (Friuli Venezia Giulia, Puglia, Piemonte, Lombardia e Molise) le regioni sotto soglia 50, che è uno dei parametri da zona bianca. Per fortuna a livello nazionale la media è a 74 contro i 73 della settimana precedente e 68 di quella ancora antecedente. I dati delle ultime 24 ore confermano la stabilità sui contagi, con 7.224 nuovi positivi, ma ancora 49 vittime in un giorno. Il tasso di positività è del 3,27% rispetto al precedente 3,5%. C'è anche un dato in controtendenza: per la prima volta dopo diversi giorni, tornano a calare le terapie intensive (cinque in meno e in tutto 455) con 26 ingressi giornalieri e 65 ricoverati in più nei reparti ordinari (complessivamente 3.692).Il nodo scuola
Ma con settembre alle porte e possibili zone gialle il prossimo mese, per alcune realtà della scuola resta un'incognita il ritorno in presenza per tutti: «A dieci giorni dall'inizio del nuovo anno scolastico l'avvio ordinato delle attività è pregiudicato da problematiche a cui non è stata ancora fornita una soluzione efficace ed univoca - avverte il presidente nazionale dell'Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, riferendosi in particolare a Green pass, trasporti e tamponi ai docenti -. Occorre che l'Amministrazione fornisca tempestivamente risposte chiare che impediscano alle scuole e ai loro dirigenti di esporsi a difficoltà che appaiono al momento ingestibili e insuperabili nonché a contenziosi certi».
I commercianti
«Il ritorno alla stagione delle misure restrittive sulle imprese deve essere scongiurato in ogni modo e lo strumento migliore per raggiungere il risultato è il Green Pass». L'ultima presa di posizione forte è della principale associazione delle imprese dei pubblici esercizi, Fipe-Confcommercio, che si è rivolta al Governo (con una lettera al premier ed ai ministri competenti) e alle Regioni, con toni anche duri verso i no-vax.
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