Covid, India al collasso: arrivano gli aiuti dall'estero
«Mettetevi le mascherine pure dentro casa»: l'ultimo appello indirizzato dal governo indiano ai propri cittadini segnala probabilmente più di ogni altra cosa la misura della tensione che attraversa il Paese. Dopo essere stata additata da molti scienziati come «un miracolo» per avere apparentemente sconfitto il peggio dell'epidemia di Covid-19 ancora prima di avere iniziato con le vaccinazioni, l'India si ritrova oggi alle prese con una situazione di una gravità senza precedenti.
Complice anche una nuova variante del virus che ha suscitato preoccupazione nel resto del mondo, Italia compresa. I pazienti continuano a morire senza ossigeno in reparti ospedalieri stracolmi. A Nuova Delhi, testimoni descrivono corridoi ingombri di letti e barelle e famiglie che implorano invano di ricevere ossigeno o un posto per i loro cari. Alcuni muoiono sulla soglia dell'ospedale. Il Paese si trova davanti a «un'impennata rapidissima - racconta all'ANSA Vincenzo de Luca, l'ambasciatore italiano a New Delhi -.
Le curve dei contagi sono schizzate all'insù prima nelle aree urbane e ora stanno crescendo anche in quelle rurali, mentre il sistema sanitario fatica a far fronte alla sfida della domanda di ricoveri e farmaci: l'India sta affrontando una fase di massima allerta e ha bisogno di una risposta e di una cooperazione globale». Sia gli Stati Uniti sia il Regno Unito hanno offerto aiuti immediati. L'amministrazione Biden ha deciso di rimuovere parzialmente il divieto di esportazione di materie prime per realizzare i vaccini. E in una telefonata con il primo ministro Narendra Modi, lo stesso Biden ha promesso assistenza di emergenza, comprese forniture legate all'ossigeno e terapie. Boris Johnson ha fatto sapere che nove aerei carichi di ventilatori, ossigeno e di dispositivi di protezione sono già in volo. Anche la Commissione europea ha confermato che nel fine settimana è stato attivato il meccanismo di protezione civile e sul fronte dei privati, Google e Microsoft si sono impegnati a dare una mano. Il problema più serio e immediato è proprio la mancanza di ossigeno: oltre alla forniture attese dall'estero, per produrlo nello stato del Tamil Nadu si è deciso di riattivare per almeno quattro mesi uno stabilimento chiuso dal 2018 perché inquinante. Intanto l'emergenza non accenna a rientrare e macina sempre nuovi tristi primati: si viaggia al ritmo di un milione di contagi ogni tre giorni e per il quinto giorno consecutivo il Paese ha registrato più di 300 mila nuovi casi quotidiani: quasi 353.000, per l'esattezza, un dato che segna ancora un nuovo record mondiale.
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