Covid, aumentano i contagi: si va verso un nuovo Dpcm
Diecimiladieci casi, cinquantacinque morti. Il bollettino Covid segna un nuovo picco nella seconda ondata di contagi. E porta il governo a immaginare già nelle prossime ore una nuova stretta nazionale, a soli tre giorni dall'ultimo dpcm che obbliga a portare sempre la mascherina e vieta le feste.
Tra le ipotesi di cui si ragiona ci sarebbero smart working obbligatorio (in una percentuale da definire), lo stop agli eventi e una nuova stretta allo sport, tra palestre e sport di contatto, oltre ad orari più scaglionati e più didattica a distanza a scuola.
Tra i ministri c'è chi sostiene - anche se Palazzo Chigi frena - una sorta di coprifuoco, con tutti i locali chiusi dalle 22 o le 23. Nulla è deciso, anche perché nel governo si confrontano due linee.
C'è chi, come M5s e Iv, è per mantenere in questa fase di maggiore prudenza. E c'è chi, come Pd e Leu, ritiene invece che si debba agire subito, senza indugio, anche con misure più dure «per evitare di dover poi ricorrere al lockdown».
Giuseppe Conte, che fino all'ultimo tiene in stand by il vertice per la nuova stretta chiesto da Dario Franceschini e Roberto Speranza, resta dell'idea che le misure debbano essere «proporzionate»: si prenderà la prossime ore per valutare.
Le Regioni, intanto, si muovono in ordine sparso. Arrivano nuove strette in Campania, Lombardia, Piemonte. Il governo cercherà un maggiore coordinamento in una riunione convocata in mattinata da Francesco Boccia con Speranza, il commissario Domenico Arcuri e i governatori.
Arcuri chiede loro di attivare 1600 posti in terapia intensiva per i quali sono stati inviati i materiali. E Conte avverte che «chiudere in blocco le scuole non è la migliore soluzione». Lo ha fatto Vincenzo De Luca, attirandosi la protesta di mamme, conducenti di scuolabus e studenti.
Il governo, ipotizza la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, potrebbe impugnare quella scelta: «Gli studenti campani invece di essere in classe sono in giro per i centri commerciali», denuncia. La linea comune del governo è che le scuole non vadano chiuse.
Alcuni ministri ipotizzano di rafforzare le lezioni a distanza (già ora possibili, nell'autonomia dei singoli istituti) e di scaglionare di più gli orari, con classi anche nel pomeriggio. Ma chiudere del tutto le aule, no.
L'esecutivo, avverte Boccia, ha già offerto e continua a offrire alle Regioni tutto il supporto possibile, ma prima di toccare scuola e lavoro bisogna dare risposte attivando tutte le terapie intensive («Dove sono finiti i ventilatori polmonari?») e agendo in altri ambiti o ciascuno si «assumerà la responsabilità degli effetti».
Servono però nuove misure restrittive a livello nazionale, per arrestare la risalita della curva, invocano Franceschini e Speranza. Il Cts, che già aveva consigliato di scaglionare gli orari per alleggerire i trasporti, è pronto a riunirsi per dare un parere. I
l capo delegazione Pd chiede a Conte un vertice non appena tornato a Roma dal Consiglio europeo a Bruxelles. L'ipotesi è che si tenga nella notte tra venerdì e sabato, per un nuovo dpcm già nel weekend.
Ma il premier non si sbilancia sulle nuove misure, conferma gli impegni in agenda fino a tarda sera, e si prende ancora qualche ora per valutare. Su cosa fare, del resto, i suoi ministri non sono d'accordo. C'è chi vorrebbe tornare a restrizioni simili a quelle in vigore nelle prime fasi dopo il lockdown. I più duri vorrebbero una stretta maggiore agli sport, anche per i ragazzi, e ad altre attività considerate non necessarie, oltre che far chiudere locali e negozi alle 22, con una sorta di coprifuoco.
I Cinque stelle, difendendo quanto fatto da Azzolina sulla scuola e chiedono «uniformità sui trasporti», per evitare assembramenti.
In Italia ci sono oltre centomila persone positive al Coronavirus: con 10.010 nuovi casi, contro gli 8.804 di giovedì, su 150.377 tamponi effettuati, con un aumento dei ricoveri in terapia intensiva (52 in più) e una crescita dei positivi in rapporto ai tamponi (+6,6%). Alle Regioni con indice di contagio superiore a 1, spiega il consigliere del ministro della Salute Walter Ricciardi, sono state consigliate «chiusure mirate, che riguardino circoli, palestre, esercizi commerciali non essenziali». E smart working come «forma ordinaria di lavoro in tutto il Paese». Per poter garantire la sicurezza sul trasporto pubblico.
Preoccupano i dati della Lombardia, con 1319 nuovi casi a Milano. Conte esclude un lockdown per la città, ma Attilio Fontana prepara nuove misure restrittive, con lo stop anticipato a bar e ristoranti, orari scaglionati per le scuole e interventi per il trasporto pubblico, una stretta agli sport.
In Campania De Luca, per «non perdere il controllo nell'area di Napoli», annuncia il coprifuoco dalle 22 ad Halloween. In Piemonte dal 18 ottobre Alberto Cirio dispone la chiusura notturna di tutte le attività commerciali, tranne le farmacie, dalla mezzanotte alle 5.
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