Italia e Estero

Coronavirus, procure al lavoro sulle stragi nelle Rsa

Gli investigatori hanno fatto un blitz al Pio Albergo Trivulzio di Milano: sotto la lente la gestione dell'emergenza coronavirus
RSA, ESPOSTI IN PROCURA
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Indagano anche sulle «direttive» ricevute dalle Rsa e inviate dalla Regione Lombardia, per la gestione di ospiti anziani e pazienti, gli investigatori della Gdf che ieri si sono presentati negli uffici del Pio Albergo Trivulzio di Milano, quasi trent'anni dopo il blitz che diede inizio a Tangentopoli, con decreti di perquisizione e acquisizione di documenti, tra cui cartelle cliniche, per far luce su almeno 143 morti tra marzo ed oggi. E in questa tentacolare maxi inchiesta in più filoni, su una diffusione di contagi da Covid-19 legata a presunte carenze ed omissioni che avrebbero causato centinaia di decessi nelle case di riposo milanesi, anche la squadra specializzata di polizia giudiziaria è andata, nel frattempo, a perquisire altre residenze. 

Intanto, la strage silenziosa negli istituti per anziani continua a non risparmiare nemmeno le altre province lombarde e indagini e blitz si moltiplicano. Solo nei primi giorni di aprile i carabinieri del Nas di Brescia hanno effettuato una quindicina di ispezioni nelle case di riposo bergamasche, mentre il Nas di Milano oggi è entrato in quelle milanesi, ma anche delle province di Como, Varese e Monza. Nel frattempo, anche la Procura di Sondrio ha aperto un'indagine per epidemia colposa sulle morti nelle Rsa e indagano anche le Procure di Como, Lecco e Lodi. E un fascicolo conoscitivo è stato aperto anche a Cremona con un pool che si occuperà non solo degli aspetti sanitari ma anche quelli economici. 

C'è da dire, poi, che il dramma non riguarda solo la Lombardia, con inchieste in corso anche in altre regioni, come in Abruzzo, a Sulmona (l'Aquila), sui contagi in una casa di riposo. A Milano, mentre i pm del pool guidato dall'aggiunto Tiziana Siciliano stanno iscrivendo nel registro degli indagati tutti i vertici delle residenze nel mirino, almeno una dozzina (come quelle dei quartieri Lambrate, Affori e Corvetto), i finanziari del Nucleo di polizia economico finanziaria hanno portato via dal Pat un «ingente mole» di atti, anche informatici, dopo aver notificato un'informazione di garanzia al dg Giuseppe Calicchio, iscritto per epidemia colposa e omicidio colposo plurimo, assieme all'ente che risponde per la legge sulla responsabilità amministrativa. Oltre che sul sequestro dei referti (si dovranno accertare eventuali omissioni e correlazioni tra le morti e i contagi nella struttura), le attività degli investigatori si sono concentrate sulla gestione organizzativa interna del Trivulzio e di riflesso, dunque, anche sulle direttive date dall'amministrazione regionale al Pat, così come ad altre Rsa, in questa fase di emergenza. E, in particolare, su quei «nuovi arrivi» di pazienti al Trivulzio (una ventina), quando era già scoppiata l'epidemia, anche se ufficialmente la struttura non avrebbe ricoverato malati Covid (una delibera regionale dell'8 marzo diede la possibilità alle Rsa di accoglierli). 

Proprio i «rapporti» tra Trivulzio e Regione saranno approfonditi: il Pat ha fatto da centro di «smistamento» verso altre strutture dei malati di Coronavirus «a bassa intensità», che venivano dimessi da ospedali in difficoltà. Una «commistione» che potrebbe aver creato dei focolai, anche se la Regione diede l'indicazione di usare reparti separati rispetto alle residenze per gli anziani. Sequestrata anche la documentazione sui tamponi (pochissimi quelli effettuati nelle Rsa su anziani e operatori) e poi le disposizioni interne sull'uso delle mascherine, perché alcuni infermieri, affiancati da Cisl e Cgil, hanno denunciato anche di essere stati «minacciati» quando le usavano tra fine febbraio e gli inizi di marzo. Agli atti, coi vari sequestri di pc e materiale informatico, anche a carico di Calicchio, finiranno carteggi ed email su disposizioni interne e regionali, mentre il dg, difeso dal legale Vinicio Nardo, ha rivendicato, anche di fronte agli ispettori del Ministero della Salute, di aver seguito protocolli e delibere. Ora gli investigatori dovranno analizzare tutto il materiale, anche con verifiche incrociate sulle carte, mentre tra i vertici delle Rsa indagati figurano anche quelli del Don Gnocchi (che respinge le accuse), dove si conta un numero di morti simile a quello del Trivulzio. Le perquisizioni, che andranno avanti nei prossimi giorni, ieri hanno riguardato anche la Sacra Famiglia di Cesano Boscone e una casa di riposo di Settimo Milanese.

 

 

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