Italia e Estero

Coronavirus, primi casi già a dicembre: l'Oms chiede indagini

Una segnalazione in Francia retrodata il contagio in Europa: il paziente zero europeo positivo il 27 dicembre
La Terapia intensiva del Civile - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
La Terapia intensiva del Civile - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
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La storia della pandemia di Covid-19 va probabilmente riscritta, con i pazienti zero nei singoli paesi che probabilmente si sono infettati molto prima di quanto non riportino le cronache ufficiali. L'ultima segnalazione in questo senso viene dalla Francia, dove il primo paziente è stato retrodatato di un mese, ma osservazioni simili sono state fatte già in diversi paesi, Italia compresa.

Il primo paziente confermato in Francia risaliva al 24 gennaio. Un tampone fatto al momento del ricovero di un paziente che ha avuto una diagnosi di polmonite il 27 dicembre però, hanno riportato i medici dell'ospedale Jean Verdier di Bondy, è risultato positivo al Sars-Cov-2. L'uomo, di 43 anni, non ha una storia di viaggi in Cina, eppure era infetto quattro giorni prima della notifica ufficiale da parte di Pechino all'Oms del primo cluster di casi. Fino a questo momento è lui il paziente zero europeo. Questo caso «non è sorprendente», ha spiegato il portavoce dell'Organizzazione Mondiale della Sanità Christian Lindmeier in un briefing a Ginevra, aggiungendo che «offre un quadro completamente nuovo su tutto». I risultati francesi «aiutano a comprendere meglio la potenziale circolazione del virus», ha aggiunto, affermando che altri possibili casi precedenti potrebbero emergere dopo nuovi test. Per questo motivo il portavoce dell'Oms ha incoraggiato altri Paesi a controllare i casi di polmonite di origine non specificata alla fine del 2019, perché fornirebbero al mondo appunto un «nuovo e più chiaro quadro» dell'epidemia. La Francia è solo l'ultimo di una serie di paesi a 'retrodatarè i primi casi.

In Italia ad esempio diversi studi, basati su considerazioni di tipo epidemiologico, affermano che in Lombardia il virus circolasse molto prima, forse due mesi, che si ammalasse il cosiddetto paziente 0 di Codogno, di cui si è saputo il 20 di febbraio. Non a caso l'uomo non aveva viaggiato in zone a rischio, e non si è mai riusciti a capire in che modo avesse contratto l'infezione. Una prova diretta invece di un arrivo più precoce del Covid-19 rispetto ai primi dati è arrivata negli Usa, dove un'autopsia fatta in California ha scoperto che i primi casi risalivano all'inizio di febbraio, e non alla fine come si credeva in un primo momento. Il problema riguarda anche il paese da cui è partito tutto, la Cina. I primi casi denunciati da Pechino risalgono infatti al 20 dicembre, ma secondo i report di alcuni quotidiani ci sarebbero infezioni risalenti a oltre un mese prima. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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