Coronavirus, la Lombardia chiede di evitare il lockdown
Continuano i dati allarmanti sulla pandemia in Lombardia ma la Regione non vuole il lockdown e sottolinea che la macchina organizzativa ospedaliera è stata incrementata. Sono 2.664 i nuovi positivi con 29.053 tamponi effettuati, per una percentuale pari al 9,1%, in crescita rispetto a ieri (7,9%), quando c'erano stati 2.419 contagiati con 1.500 tamponi in più.
Milano è sempre la provincia più colpita con oltre metà dei casi (1.388, di cui 634 a Milano città).
Nella riunione fra tutti i presidenti delle Regioni per concordare un piano d'azione contro la seconda ondata di Covid da presentare al governo, secondo quanto si è appreso la Regione Lombardia ha chiesto che venga evitato qualsiasi tipo di lockdown, anche parziale, delle attività produttive. A Regioni e governo, la Lombardia ha esortato che restino aperte tutte le attività produttive, ovviamente nel rispetto dei protocolli di sicurezza, per scongiurare il rischio di dare un colpo fatale all'economia già provata dalla prima ondata di virus, riducendo al massimo le limitazioni di orari da proporre al governo.
Sulla scuola è stata ribadita la richiesta di puntare sulla didattica a distanza delle superiori e delle università e, in generale, sugli ingressi scaglionati per tutti gli studenti. Dal canto suo il presidente Attilio Fontana ha scritto su Facebook: «Parola d'ordine: "essere pronti"» ricordando che «i dati Covid di questi giorni, emersi grazie ad una massiccia azione di screening, indicano un aumento esponenziale dei contagi e della carica virale ad essi correlata».
Fontana ha però spiegato che «la macchina organizzativa degli ospedali lombardi in questi mesi è stata fortemente incrementata, così come i protocolli sanitari con la finalità di fronteggiare al meglio una nuova ondata virale».
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