Coronavirus: guarita l'infermiera della foto simbolo
«Era l'otto marzo, le 6 di mattina, la Festa della donna - ricorda l'infermiera in un'intervista rilanciata anche dal sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, sulla propria pagina Facebook -. Durante la notte era successo di tutto, una notte fatta di corsa tra i letti dei pazienti gravi che con i loro sguardi angosciati chiedevano aiuto e non capivano cosa stesse succedendo. Avevo anche pianto».
Quella foto, scattata da un medico e diventata virale, «non rappresenta la mia stanchezza ma la stanchezza e l'impegno di tutti i miei colleghi nella lotta al coronavirus - ci tiene a precisare la donna, che il 10 marzo si è sottoposta al tampone e dal 13 è in isolamento - Gli infermieri hanno uno spirito indomito, l'infermiere è un guerriero. Il personale infermieristico è declassato, messo in disparte. Si pensa che faccia solo la flebo o il prelievo. Invece dietro a un infermiere c'è tanto, ci sono i rapporti con i familiari, una parola al paziente, una carezza. È l'infermiere che si occupa del supporto psicologico, è lui il punto di riferimento».
In queste settimane drammatiche Elena ha raccontato di aver «perso degli amici e il papà di uno di loro. Quando tutto questo finirà, dovremo guardarci intorno e vedere chi è rimasto. Ho paura - ha aggiunto - che mancherà qualcuno di cui non mi sono accorta».
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