Italia e Estero

Conte sblocca l’intesa Pd-M5S. Ora il vero nodo è Di Maio

Il premier uscente ottiene il via libera dei Dem, ma la trattativa resta in bilico. Verso il voto su Rousseau
Il capo politico M5S, Luigi Di Maio vuole fare il vicepremier
Il capo politico M5S, Luigi Di Maio vuole fare il vicepremier
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In concomitanza con il secondo giro di consultazioni al Colle si sblocca la trattativa per il governo giallorosso. Non è ancora finita, e l’intesa non potrà che essere siglata solo dopo la salita al Quirinale del Pd e del M5S, ma dopo aver rischiato di deflagrare tra veti, contro-veti, dubbi dei leader e divisioni interne, il negoziato per un nuovo governo è ufficialmente ripartito.

Ed è il premier uscente Giuseppe Conte a sbloccarlo diradando i dubbi dei Dem sulla «brama» di poltrone da parte di Luigi Di Maio, con un occhio particolare al Viminale. «Di Maio non ha mai chiesto il ministero dell’Interno» sottolinea nel pomeriggio il premier, al quale, solo poche ore prima, i Dem avevano chiesto di condurre in prima persona la trattativa. Conte entrerà ufficialmente in campo solo dopo aver avuto l’incarico dal presidente Mattarella. Per ora a condurre il difficile dialogo restano il capo politico del M5S Luigi Di Maio e il segretario Pd Nicola Zingaretti.

Con un nodo, su tutti: quello di vicepremier, che il pentastellato è di nuovo tornato a chiedere anche in serata. Il Partito democratico considera infatti Conte come esponente 5S e vorrebbe un vicepremier unico, in quota Dem. Il M5S mira a ripetere lo schema gialloverde: un premier-garante e due vice. Con una terza ipotesi: che alla fine le due parti convergano su un presidente del Consiglio e nessun vice.

Le stoccate arrivate dai Dem al capo politico, dopo il vertice notturno di 4 ore, riguardano più il ruolo di vice al quale mira Di Maio che quello di successore di Salvini. «È impossibile uno schema con Di Maio vicepremier», avverte Andrea Marcucci, tra i più favorevoli all’accordo con il M5S. Per Di Maio scatta il campanello d’allarme. Qualcuno, tra i «filo-Dem» nel Movimento, comincia a temere che l’accordo deflagri. Così a tarda sera torna il rischio che l’intesa possa naufragare proprio per colpa delle ambizioni di Di Maio, come avvertono fonti del M5S: «Rischia di saltare tutto, perché Luigi Di Maio è tornato a rivendicare la vicepresidenza del Consiglio».

«Concentriamoci sui temi», è l’invito che Carla Ruocco rivolge al capo politico in vista dell’assemblea notturna dei gruppi. Alla Camera, a cavallo dell’ora di pranzo, cominciano ad arrivare alla spicciolata gli esponenti 5 Stelle per una riunione informale con i capigruppo Stefano Patuanelli e D’Uva, che poi si recano a Palazzo Chigi per incontrare Di Maio. È il momento più delicato della trattativa. E non a caso, in diretta facebook, Matteo Salvini sibila: «M5S e Pd litigano sulle poltrone, come nella Prima Repubblica». È a quel punto che lo stallo si sblocca. Con una e più telefonate tra Conte e Zingaretti, che chiede garanzie sulla «presenza» del premier nella trattativa.

Una trattativa che, sebbene ancora in maniera ufficiosa, ormai sembra contemplare la presenza di Conte a Palazzo Chigi. E nella sala Siani di Montecitorio tornano a riunirsi, questa volta con tanto di photo-op, le delegazioni Pd e M5S, guidate dai capogruppo, per iniziare a lavorare su un documento comune. «È stata una riunione serena, abbiamo approfondito i punti per una base comune programmatica», sottolinea il Pd. «C’è stato un buon clima, ma non abbiamo parlato di nomi», aggiunge Patuanelli. Ponendo l’accento su un punto: «Il nostro capo politico è Di Maio e si parla con lui». Parole che suonano come un avvertimento al Pd, ma forse anche ad una certa parte del Movimento: il leader non è Conte ma Di Maio.

Intanto, al Colle iniziano le consultazioni e oggi toccherà ai big.

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