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Come funziona il voto per le elezioni regionali

Il 12 e il 13 febbraio si vota il prossimo presidente di Regione Lombardia. I candidati sono 4: ecco tutto quello che c'è da sapere
Un'urna per le elezioni regionali - Foto © www.giornaledibrescia.it
Un'urna per le elezioni regionali - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Da questa sera il primo atto è archiviato: chiuse le liste e metabolizzate eventuali delusioni, i candidati in corsa per Lombardia 2023 entreranno nella fase clou di questa campagna elettorale.

Manca infatti un mese esatto alle elezioni regionali, fissate sul calendario il 12 e il 13 febbraio: in palio c’è il governo della Lombardia, da 28 anni sotto la guida del centrodestra. A sfidarsi e a proporsi agli elettori da candidati presidente ci sono il governatore uscente Attilio Fontana (centrodestra), l’eurodeputato Pierfrancesco Majorino (centrosinistra e Movimento 5 stelle), l’ex sindaca di Milano Letizia Moratti (civica e Terzo polo) e Mara Ghidozzi (Unione popolare).

Niente ballottaggio

Presidente e Consiglio regionale vengono eletti insieme, in un’unica tornata elettorale, a suffragio diretto. Il voto è espresso su una sola scheda, dove sono riportate le liste provinciali e le coalizioni dei candidati consiglieri, collegate alla propria o al proprio aspirante governatore. A sedersi sullo scranno del presidente sarà la persona che avrà incassato il maggior numero di voti validi. A differenza delle elezioni Amministrative, infatti, non è previsto il ballottaggio nel caso in cui i candidati a governatore non dovessero raggiungere la maggioranza assoluta. In sostanza vince chi prende un voto in più.

Il Consiglio

I 79 membri del Consiglio regionale (80 se si include il presidente) sono eletti con criterio proporzionale, sulla base di liste circoscrizionali concorrenti, con l’applicazione di un premio di maggioranza. Le circoscrizioni coincidono con le province lombarde, quindi Brescia, Bergamo, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio e Varese.

Se il candidato presidente ottiene meno del 40% dei voti validi, le liste a lui collegate ottengono il 55% dei seggi (pari ad almeno 44 consiglieri). Se invece il candidato governatore ottiene il 40% o più delle preferenze, la maggioranza avrà il 60% dei seggi (48 consiglieri). Alla coalizione vincente non possono essere attribuiti più di 56 seggi (cioè il 70% dei posti): 23 scranni sono quindi sempre garantiti alle liste perdenti, a tutela delle minoranze.

C'è il voto disgiunto

Il meccanismo di voto per le elezioni in Lombardia è diverso rispetto a quello per le Politiche. Nella scheda per le regionali è possibile tracciare sulla scheda due segni diversi: uno sul candidato presidente della regione e uno sulle liste. È poi prevista la possibilità di effettuare il voto disgiunto: significa che è possibile scegliere un candidato presidente, ma allo stesso tempo votare anche per una delle liste avversarie. In sintesi le opzioni sono le seguenti: si può apporre un solo segno sul nome del candidato presidente, oppure un solo segno sul simbolo della lista. Oppure ancora due segni: uno sul nome del candidato e uno su quello di una lista (che può essere collegata e, quindi, della stessa coalizione che sostiene il presidente, oppure non collegata al candidato e, quindi, una lista avversaria).

L’elettore può esprimere una o due preferenze (scrivendo il nome del consigliere che intende sostenere negli appositi spazi): nel secondo caso, devono riguardare un uomo e una donna. Diversamente, la seconda preferenza sarà automaticamente annullata.

Cosa succede se si fa un segno solo sul nome del candidato presidente? Che a ricevere il voto sarà solo lui o lei, non le liste. È anche possibile fare un segno soltanto sul contrassegno della lista: in questo caso il voto si estende al candidato appoggiato da quella lista.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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