Italia e Estero

Cinghiali e peste suina, via i limiti al numero di abbattimenti

L'eliminazione decisa dalla Regione approvando il nuovo piano di interventi urgenti per contenere la diffusione della malattia
Un cinghiale
Un cinghiale
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La Giunta regionale ha approvato oggi il Piano regionale di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina africana nei suini di allevamento e nella specie cinghiale per il periodo 2022/25.

«L’arrivo della peste suina africana in Lombardia - ha ribadito l’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi - sarebbe un disastro economico per una regione in cui è allevato il 50% dei suini nazionali, base delle grandi Dop del prosciutto italiano. Per questo dobbiamo fare di tutto per contenere il cinghiale, vettore della malattia, con un piano operativo che presti prioritariamente attenzione al rischio di introduzione e diffusione dell’infezione dall’area infetta di Liguria e Piemonte».

«Con questo piano - ha proseguito l’assessore - in attuazione della legge n. 29 del 7 aprile 2022 (di conversione del DL n. 9/2022), a contrasto alla peste suina si estende la caccia di selezione in tutta la regione: Atc e comprensori devono redigere i piani, per altro resi obbligatori anche dai provvedimenti precedenti della giunta regionale».

Stop ai limiti

«Non esistono più limiti massimi - ha specificato Rolfi - abbiamo previsto ogni strumento e azione attuabile, con l’obiettivo di ridurre drasticamente la presenza di questo animale. Abbiamo introdotto anche accordi con la grande distribuzione per la commercializzazione di una filiera regionale della carne di cinghiale, che sta dando ottimi riscontri; dobbiamo
implementarla ulteriormente, incrementando rete di macelli e centri di sosta dedicati alla selvaggina per trasformare un problema in una risorsa».

Nel piano di «Interventi Annuali di Prelievo del cinghiale» viene sostituita per la caccia di selezione la soglia massima di prelievo con una soglia realizzativa minima, che deve
corrispondere a un target di prelievo pari a non meno dell’80% della popolazione stimata nell’Unità di gestione di attuazione. Si fissa, inoltre, l’obiettivo di un incremento minimo del 30% di capi prelevabili in caccia di selezione rispetto a quanto stabilito in sede di ciascun piano di prelievo. La previsione della caccia di selezione sarà fino a cinque giorni settimanali (fatti comunque salvi i due giorni del martedì e del venerdì, cosiddetti di «silenzio venatorio», ai sensi della legge 157/92), in luogo del massimo di tre giorni su cinque attualmente previsti. 

Controlli e interventi

«La caccia di selezione al cinghiale in Lombardia è già praticata in orario notturno - ha ricordato Rolfi - e può coprire l’intero arco dell’anno. Grazie alle modifiche normative introdotte in questi anni dalla Regione siamo passati dai 7.300 abbattimenti del 2018 ai 14.000 del 2021. Ora però è necessario un ulteriore incremento degli interventi». Il controllo è disposto in tutte le aree naturali protette e nelle zone a tutela della fauna selvatica (oasi di protezione e zone di ripopolamento e cattura), in carico ai soggetti
competenti. 

Modalità di prelievo

Vengono confermati, per il prelievo venatorio e il controllo in forma selettiva, l’uso di dispositivi per la visione notturna e il foraggiamento attrattivo. Su tutto il territorio della provincia di Pavia è prevista attività di controllo anche alla cerca da autoveicolo, di giorno e di notte. Il Piano, che ha ottenuto i pareri favorevoli di Ispra e Cerep (il Centro di referenza nazionale per lo studio di malattie da pestivirus), è immediatamente attuativo e va a integrare i progetti di gestione e controllo del cinghiale sui diversi territori (sia in vigore che in fase di adozione).

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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