Italia e Estero

Che cos'è il «defacement» di un sito web

La tecnica applicata dal gruppo di hacker che faceva capo al giovane gardesano che ha colpito Nasa, Rai e molti altri siti
Una homepage vittima di defacement da parte del MIHT, la crew Master italian hackers team -  © www.giornaledibrescia.it
Una homepage vittima di defacement da parte del MIHT, la crew Master italian hackers team - © www.giornaledibrescia.it
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Letteralmente vuol dire «sfregiare, deturpare, sfigurare». Ed è in effetti esattamente quello che accade ad un sito internet quando la sua homepage viene presa di mira da hacker che applicano per l'appunto la tecnica del defacement. Proprio quella adottata dalla crew «Master Italian Hackers Team», ora finita nel mirino dello speciale gruppo di investigatori informatici CNAIPIC1 della Polizia Postale, sulle loro tracce dal 2013, quando forzarono la sicurezza nientemeno che della Nasa.

La sicurezza informatica dell'agenzia spaziale che quasi 50 anni fa mandò l'uomo sulla Luna è stata messa ko da un ragazzino che stava sulle sponde del Garda. Un aspetto questo che fa impressione, come la lunga lista di siti - tuttora reperibile online con una semplice ricerca su Google - che sono tuttora vittime del defacement operato da questa crew tutta italiana.

Alcuni dei siti assaltati dalla crew Master italian hacker team (fonte Google) -  © www.giornaledibrescia.it
Alcuni dei siti assaltati dalla crew Master italian hacker team (fonte Google) - © www.giornaledibrescia.it

Come evidente anche dalle immagini, la normale homepage di un sito viene di fatto sostituita con una immagine che attesta l'opera di quelli che nel variegato universo dei cybercrimini vengono identificati come cracker, ossia hacker in grado di forzare le misure di sicurezza che garantiscono l'integrità di un sito web. La sostituzione impedisce solitamente anche l'accesso a tutte le pagine interne del sito (se non da indirizzo diretto), venendo di fatto cancellati anche tutti i tasti e i menù comunemente presenti.

Sulle homepage pirata applicate dal «Master Italian Hackers Team» cui appartiene anche il 25enne finito nei guai a Salò campeggia anche una frase che è una palese sfida: «Security is just an illusion». Almeno in parte, purtroppo, i fatti non permettono di contraddire questa affermazione.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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