Italia e Estero

Che cos'è il dark web e perché non è (tutto) il deep web

Il lato oscuro di Internet è una porzione minima del web ma offre spazio a traffici illegali di ogni tipo, come quelli dell'inchiesta Darknet
Il dark web: il lato oscuro (e criminale) della rete - © www.giornaledibrescia.it
Il dark web: il lato oscuro (e criminale) della rete - © www.giornaledibrescia.it
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Dark web, questo sconosciuto. O almeno tale resta - legittimamente - alla gran parte degli utenti della rete Internet, che navigano e accedono ad una porzione limitata di contenuti tra la miriade proposta negli spazi della rete.

Ma cosa è esattamente il dark web, oggi alla ribalta per via dell'inchiesta bresciana Darknet? In cosa si differenzia dal deep web, altro misterioso ambiente digitale di cui talvolta si sente parlare (non sempre in modo corretto)?

Surface web. Tentiamo allora di fare un po' d'ordine fra le definizioni. Partiamo da quella parte di web che tutti navighiamo, chi più chi meno, ogni giorno: per gli addetti ai lavori il «surface web», o web di superficie. Molto semplicemente, si tratta dell'insieme di tutti i contenuti che vengono indicizzati dai motori di ricerca (Google su tutti), e così di fatto mappati. Gli indirizzi di siti web in chiaro e i loro contenuti vengono continuamente scandagliati da speciali software (detti «crawler») che li tracciano, ne acquisiscono in forma testuale il contenuto e ci consentono così di raggiungerla tramite una semplice ricerca.

Deep web: contenuti non mappati ma per non questo illeciti - © www.giornaledibrescia.it
Deep web: contenuti non mappati ma per non questo illeciti - © www.giornaledibrescia.it

Deep web. Parliamo in realtà - cosa che a tutta prima non verrebbe da credere - di una porzione tutto sommato limitata dei contenuti della rete Internet. Non ricadono infatti nel surface web tutti quei contenuti ai quali si accede attraverso una login (dal conto corrente bancario ai forum riservato o alle pagine private di un sito aziendale) come pure tutte quelle pagine di recente creazione che non sono ancora state indicizzate dai motori di ricerca. Ma anche, a ben vedere, tutto quello che costituisce messaggistica privata, a partire dalle e-mail. Per intenderci, parliamo di un volume di contenuti che rasenta il 90% del totale di quelli presenti in rete.

Un utente alla tastiera: cosa si cela sotto il web di superficie? - © www.giornaledibrescia.it
Un utente alla tastiera: cosa si cela sotto il web di superficie? - © www.giornaledibrescia.it

Dark web. Tutto questo ricade nel vasto mondo del «deep web», la parte sommersa e non mappata della rete. E chiariamo: gran parte dei contenuti di questa parte dell'infinito universo digitale è totalmente legale e legittima. Solo una piccolissima porzione di questa è al contrario costituita dal «dark web», vale a dire quelle pagine non solo non indicizzate e nascoste ai crawler dei motori di ricerca, ma accessibili solo attraverso un protocollo, Tor, originariamente ideato dalla Difesa statunitense per garantire la sicurezza delle comunicazioni riservate. La diffusione del protocollo avvenuta nel 2004 ha aperto spazi discreti a chiunque voglia gestire mercato nero e traffici di ogni genere: armi e droga, in testa. L'accesso tuttavia è schermato: non si entra con un browser comune, per intenderci, ma con software ad hoc che rendono la navigazione totalmente anonima, il più diffuso dei quali è appunto Tor.

I contenuti che gravitano in questo ambito sono relativamente pochi, alcune decine di migliaia rispetto ai numeri a dozzine di zeri delle url presenti nella rete. A contraddistinguere i siti del dark web è il dominio .onion (cipolla in inglese, dal nome dato al sistema di anonimizzazione della navigazione): per sondare questi siti (il cui indirizzo viene spesso modificato per rendere ulteriormente irrintracciabili a navigatori indiscreti i contenuti «dark») esistono anche appositi motori di ricerca.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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