Bufera su Asia Argento: «Abusò di un 17enne e lo pagò»
Bufera su Asia Argento: l'attrice italiana simbolo del #MeToo avrebbe pagato un giovane attore che minacciava di denunciarla per molestie sessuali commesse quando lui non aveva ancora compiuto 18 anni. Il New York Times cita documenti legali ricevuti da una terza parte non identificata secondo cui la figlia di Dario Argento avrebbe sborsato 380 mila dollari per fermare l'azione legale da 3,5 milioni minacciata da Jimmy Bennett, un suo giovanissimo protetto, per danni emotivi e finanziari subiti dopo un rapporto sessuale del maggio 2013 al Ritz Carlton di Marina del Rey in California.
Non solo: ora anche le autorità di Los Angeles starebbero indagando sulle accuse mosse nei confronti di Asia Argento. Lo riportano i media americani. Secondo quanto riferito dalle autorità, nessuna denuncia alla polizia era stata presentata allora e gli investigatori si apprestano a contattare Bennett.
Jimmy, che ora ha 22 anni, ne aveva compiuto da poco 17 all'epoca del fatto. A differenza di quasi tutti gli altri stati americani, in California l'età del consenso è di 18, il che avrebbe messo automaticamente la Argento in gravi guai legali per aver fatto sesso con il ragazzo. Il risarcimento - scrive il Times - è stato concordato in aprile. A spingere Bennett a minacciare causa passati anni da quell'incontro erano state le accuse di molestie e stupri rivolte in ottobre da Asia e da altre 12 donne al boss di Miramax Harvey Weinstein.
«Vederla presentarsi come vittima è stato troppo. Ha fatto tornare a galla memorie e le emozioni dell'aggressione subita», aveva scritto l'avvocato del giovane, Gordon Sattro, nei documenti esaminati dal Times. Asia nel frattempo era diventata una delle testimonial del movimento anti-molestie, intervenendo a tavole rotonde e conferenze tra cui una proprio in aprile a Harvard e poi in maggio a Cannes. Al suo fianco, il compagno Anthony Bourdain, che l'avrebbe aiutata a «gestire» le minacce di Bennett. Bourdain si è poi ucciso l'8 giugno impiccandosi in un hotel in Francia.
Bennett lavora nel mondo dello spettacolo da quando aveva sei anni. Con Asia aveva recitato in un film del 2004 tratto dal romanzo omonimo di JT LeRoy 'Ingannevole è il cuore più di ogni cosà in cui lei interpretava una prostituta che costringe il figlio a vestirsi da bambina per adescare clienti. «Grazie all'esperienza sul set era nato un rapporto materno», si legge nei documenti degli avvocati I contatti erano stati senza storia fino al maggio 2013: «Aspettando trepidante il mio figlio perduto, il mio amore, fumando sigarette come se non ci fosse un'altra settimana dopo», aveva scritto Asia su Instagram, e Jimmy aveva risposto con un «Sono quasi li!:-)».
Una volta in hotel Asia avrebbe fatto bere il ragazzo, l'avrebbe spogliato, fatto sesso orale su di lui seguito da un rapporto sessuale completo. Avrebbe poi chiesto a Jimmy di fare una serie di foto, alcune delle quali sono incluse nella minaccia di causa. Solo tornando a casa il ragazzo si sarebbe sentito «confuso, mortificato e disgustato». Nell'accordo la Argento avrebbe rinunciato a imporre a Bennett il silenzio: «Non è in linea con il vostro messaggio sulle conseguenze sociali di questo genere di clausole», le aveva scritto l'avvocatessa Carrie Goldberg. Negli Usa e in Italia lo scoop del Times ha creato sconcerto.
Asia tace, Bennet rifiuta interviste. «Ho il cuore spezzato» ha detto un'altra voce del #MeToo, Rose McGowan, prendendo le distanze da Asia: «L'unico punto in comune tra noi era di esser state aggredite da Harvey Weinstein». Tarana Burke, l'attivista del Bronx che nel 2006 creò l'espressione «me too», ha chiesto all'opinione pubblica di non lasciare che le accuse alla Argento danneggino la credibilità del movimento. Polemico il ministro dell'interno Matteo Salvini di cui la Argento era stata frequentemente critica: «Questa è la "signora" che mi insultava ogni due minuti, e mi ha dato del razzista e della m...a? Mamma mia che tristezza...».
Ora è a rischio la partecipazione di Asia Argento come giudice a X Factor, al via il 6 settembre su Sky Uno. «Se quanto scrive il New York Times fosse confermato - afferma la tv satellitare -, questa vicenda sarebbe del tutto incompatibile con i principi etici e i valori di Sky e dunque - in pieno accordo con FremantleMedia - non potremmo che prenderne atto e interrompere la collaborazione con Asia Argento».
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