Italia e Estero

Alluvioni in Europa per l'«enorme energia nell’atmosfera»

Gli esperti: aumentano eventi estremi come questo in un mondo che è mediamente più caldo
Uno dei devastanti effetti delle alluvioni in Germania
Uno dei devastanti effetti delle alluvioni in Germania
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Che il riscaldamento globale provocato dall’uomo sia direttamente responsabile delle alluvioni in Germania, Belgio e Olanda, è presto per dirlo. Ma che la crisi climatica faccia avvenire più spesso le alluvioni, questo è un dato di fatto.

Piogge eccezionali e inondazioni sono il rovescio della medaglia delle ondate di calore e della desertificazione: più caldo, più evaporazione, più aria calda e vapore acqueo in atmosfera, quindi piogge, venti e nevicate più intensi.

«Nelle alluvioni in Nord Europa penso che lo zampino del cambiamento climatico ci sia - commenta la climatologa del Cnr Marina Baldi -. C’era un’enorme quantità di energia nell’atmosfera, perché il mese di giugno è stato uno dei più caldi degli ultimi decenni. Abbiamo visto cosa è successo in Canada. E questo è legato al riscaldamento globale».

«In un mondo mediamente più caldo, gli eventi estremi come quelli di questi giorni in Nord Europa possono aumentare - spiega il meterologo del sito 3bmeteo.com Edoardo Ferrara -. L’aria è più calda, c’è più energia disponibile nell’atmosfera per le perturbazioni. Quindi le precipitazioni associate possono essere più frequenti e intense».

Per il meteologo Antonio Sanò di ilMeteo.it «eventi alluvionali come quellI di questi giorni in Germania ci sono sempre stati. Ma quello che verifichiamo è che la frequenza delle piogge eccezionali, e anche delle ondate di calore, è in rapido aumento negli ultimi vent’anni. Le piogge eccezionali che un tempo si verificavano ogni dieci anni, oggi si verificano ogni 5. E se un tempo in un mese d’estate c’erano 7 giorni sopra i 35 gradi, ora ce ne sono 20».

Per il Wwf Italia «quello accaduto in Germania e in Belgio è un vero disastro climatico. Non c’è più tempo, e l’azione climatica va accelerata a ritmi esponenziali». Di fronte alla catastrofe in Germania, dove pure il territorio è gestito meglio che in Italia, la Coldiretti ricorda che da noi la cementificazione nel 2020 è andata avanti a 2 metri quadri al secondo. L’Anbi (l’associazione dei consorzi di bacino), denuncia che «tra il 2019 ed il 2020 in Italia si sono cementificati 767 ettari all’interno di aree a pericolosità idraulica media e 285 in quelle a pericolosità da frana».

Per questo, l’associazione chiede al più presto una legge sul consumo del suolo. Il co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, attacca invece «l’Europa e i governi europei, a partire dal Governo italiano», che a suo parere «stanno dando risposte assolutamente inadeguate, che noi non condividiamo, a partire dal Pnrr».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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