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Alla Cop26 di Glasgow si decide per la salvezza del Pianeta

Quella di Scozia è l'ultima occasione per mantenere il riscaldamento globale entro i limiti dell'Accordo di Parigi
L'ingresso alla Cop26 di Glasgow - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
L'ingresso alla Cop26 di Glasgow - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
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La Cop26 di Glasgow è l'ultima occasione per mantenere il riscaldamento globale entro i limiti dell'Accordo di Parigi. In pratica, per salvare il pianeta da desertificazione, uragani, alluvioni, e quindi fame, guerre, migrazioni. 

Oggi nella città scozzese si è aperta l'annuale conferenza dell'Onu sul clima, e i padroni di casa britannici sono stati concordi nel ribadire che è l'ultima chiamata per la Terra. Lo hanno detto sia il premier britannico Boris Johnson e il principe Carlo dal G20 di Roma, sia il presidente della conferenza Alok Sharma, da Glasgow. 

Alla Cop26 gli stati firmatari dell'Accordo di Parigi sul clima (in pratica, tutti gli stati dell'Onu) devono aggiornare i loro impegni di taglio delle emissioni di gas serra, presi nel 2015 e ormai insufficienti. Se l'aumento dei tagli sarà consistente, si riusciranno a rispettare gli obiettivi dell'Accordo (riscaldamento globale sotto 2 gradi dai livelli pre-industriali, possibilmente sotto 1,5). Se l'aumento dei tagli sarà poca cosa, i limiti saranno sforati, e la crisi climatica andrà fuori controllo. 

La polizia cammina davanti alla scritta No New World a Glasgow - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
La polizia cammina davanti alla scritta No New World a Glasgow - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it

I paesi più ricchi (Usa, Ue, GB, Giappone, Canada) hanno già annunciato che aumenteranno gli sforzi di decarbonizzazione, ma resta da vedere se lo faranno davvero, e quanto. Quelli emergenti, Cina e India in testa, non ne vogliono sapere di decarbonizzare, per non frenare il loro sviluppo. I paesi meno sviluppati poi non hanno proprio i soldi per farlo (un fondo da 100 miliardi di dollari all'anno per aiutarli è fra i temi della conferenza). 

«Se fallisce Glasgow, sarà un fallimento per tutto il mondo», ha detto il premier Boris Johnson al G20 di Roma. Le chance di successo sono «6 a 10» e «dipendono dalla volontà, dal coraggio e dalla leadership dei partecipanti». Poi ha lanciato una stoccata alla Cina, che non vuole impegnarsi ad azzerare le emissioni nette di gas serra al 2050, ma rinvia al 2060: «Alcuni paesi chiave non hanno garantito impegni all'altezza». Concetti simili sono stati espressi dal principe Carlo, anche lui a Roma: «La conferenza che inizia a Glasgow è la nostra ultima chance per salvare il pianeta. Dobbiamo trasformare belle parole in azioni ancora più belle». A Glasgow, il presidente della Cop26, il ministro Alok Sharma, ha ribadito l'allarme. La conferenza «è l'ultima migliore chance» per mantenere il riscaldamento sotto la soglia di 1,5 gradi. L'obiettivo è «molto, molto duro» da raggiungere nei tempi auspicati, ha ammesso Sharma. Tuttavia, si è detto «cautamente fiducioso» per gli impegni presi al G20 di contenere il riscaldamento entro 1,5 gradi. 

Gli anni più caldi di sempre

Proprio oggi, l'Organizzazione meteorologica mondiale ha presentato a Glasgow un rapporto sul clima che rivela che gli ultimi sette anni trascorsi sono stati i più caldi da quando ci sono rilevazioni scientifiche (dalla fine dell'Ottocento). E il 2021 entrerà al quinto o settimo posto. Il quadro dipinto dalla Wmo è tremendo: ondate di calore, cicloni, alluvioni, e poi incendi, migliaia di morti e danni per miliardi. «Gli eventi meteorologici estremi sono la nuova normalità», ha commentato il segretario dell'Organizzazione, Petteri Talaas. 

Le voci di papa Francesco e Greta Thunberg

Greta Thunberg a Glasgow - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Greta Thunberg a Glasgow - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it

Nella giornata di apertura della Cop26 si sono fatti sentire anche due personaggi pubblici molto legati ai temi ambientali, papa Francesco e Greta Thunberg. Il pontefice, parlando all'Angelus della conferenza, ha detto «preghiamo affinché il grido della terra e il grido dei poveri venga ascoltato. Che questo incontro possa dare risposte efficaci, offrendo speranza concreta alle generazioni future». Per Greta Thunberg, arrivata ieri a Glasgow, «è in teoria possibile» che la Cop26 mantenga il riscaldamento sotto 1,5 gradi. Ma finora i leader del pianeta «hanno evitato d'intraprendere un'azione reale», e questo dimostra come «il cambiamento climatico non sia una vera priorità attuale» per loro.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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