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Alex Zanardi è stabile, un testimone: «Non era al telefono»

Decorso clinico regolare e stabile anche la notte scorsa in ospedale: da oggi il campione va ad affrontare una settimana chiave per la guarigione
Il campione Alex Zanardi
Il campione Alex Zanardi
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Decorso clinico regolare e stabile anche la notte scorsa in ospedale per Alex Zanardi, che da oggi va ad affrontare una settimana chiave per la guarigione dai gravi traumi riportati nell'incidente in handbike a Pienza (Siena) il 19 giugno. Sempre tenuto in coma farmacologico, Zanardi prosegue il lento recupero iniziato dopo l'intervento neurochirurgico nel policlinico senese. Già da oggi i medici, riuniti in équipe multidisciplinare, fanno le valutazioni necessarie per decidere se è possibile già nei prossimi giorni sospendere la sedazione per verificare il quadro neurologico. Decisiva per procedere a questo passaggio, hanno spiegato, è che si mantenga la stabilità delle condizioni cliniche di Alex come sta accadendo in questi primi giorni di cure. La prognosi è sempre riservata.

Nelle scorse ore radio Rai ha intervistato Marco C., l’autista di 44 anni alla guida del camion contro cui Zanardi si è schiantato: «Va male perché la situazione è brutta, non essendo colpa mia, io quando ho visto che lui sbandava mi sono buttato tutto a destra, ma lui mi è venuto addosso ed è scivolato verso il camion. Sono mortificato ma mi è spuntato davanti in una frazione di secondo». «Quando ho visto questo gruppo di biciclette ho visto uno che ha cominciato a sbandare mi sono buttato sulla destra però è stata una frazione di secondo e mi ha colpito. Penso di aver fatto il possibile. Penso tutte le notti a quel momento mi dispiace e gli sono vicino non so come finirà ma sono a terra», ha aggiunto.

Intanto la caccia al passo falso dell’atleta per ora va male e cozza col rigore di un'inchiesta di procura di Siena e carabinieri che cammina rigida su criteri consolidati e coi tempi dovuti. Filmati e testimonianze aiuteranno a ricostruire l'incidente, corredato forse da una sbandata, errore che ci sta facendo sport, e dalla presenza di traffico in movimento sulla strada, fra cui il camion dell'impatto. Ma intanto, ad ora, tra gli inquirenti, secondo quanto si apprende, si tende a escludere che Zanardi abbia pedalato «alla leggera» in Val d'Orcia. Un filmato agli atti mostra che l'atleta impugna i manubri dell'handbike, tenendo il mezzo sotto controllo. Poi la traiettoria a un certo punto non sarà quella corretta, dicono i testimoni. Ma Alex Zanardi non era distratto, tanto meno dal telefonino.

Un videomaker, Alessandro Maestrini, testimone oculare cui i carabinieri hanno sequestrato il suo filmato della tappa sul posto, subito dopo i soccorsi, racconta: «Alex Zanardi non teneva il cellulare in mano al momento dello schianto. Dopo aver affrontato una salita pedalando con le mani, al momento della discesa Zanardi ha preso il telefonino e fatto alcune riprese a bassa velocità, poi lo ha riposto, lo ha messo via, e ha continuato la discesa fino al punto dell'incidente. Diverso tempo dopo l'impatto il cellulare squillava dal vano dell'handbike ed è stato preso dai carabinieri» per le indagini.

Accertamenti che si avvarranno anche della perizia tecnica che quasi sicuramente la procura senese esperirà sull'handbike. Il velocipede è sotto sequestro, non è granché danneggiato e verrà usato per definire i punti di urto e le forze dell'impatto con l'autotreno guidato dall'unico indagato, per ora, dell'inchiesta: il suo conducente. I carabinieri inoltre hanno collezionato un certo numero di testimonianze, in particolare tra i promotori di Obiettivo tricolore ma seguiranno altri, anche sul territorio. Va dissipato il dubbio sul perché una manifestazione dinamica, un raduno con atleti paralimpici, si possa svolgere su strada aperta al traffico, o comunque in scorrimento senza bloccarlo, anche temporaneamente, durante il transito, così come avviene per le gare ciclistiche di ogni categoria.

 

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