Volò per primo oltre il muro del suono: è morto Chuck Yeager
La leggenda statunitense dell'aviazione, Chuck Yeager, il primo pilota ad infrangere il muro del suono, è morto a 97 anni. L'annuncio della scomparsa è stato dato dalla moglie Victoria sul profilo Twitter dell'ex pilota.
«È con profondo dolore - ha detto - che devo dirvi che l'amore della mia vita, il generale Chuck Yeager, è morto poco prima delle 21». Da molti considerato come uno degli ultimi eroi, ha avuto una vita intensa che lo ha visto volare in missioni di combattimento dalla seconda guerra mondiale fino al Vietnam, dove ha compiuto ben 127 missioni sui bombardieri B-57.
Fr @VictoriaYeage11 It is w/ profound sorrow, I must tell you that my life love General Chuck Yeager passed just before 9pm ET. An incredible life well lived, America’s greatest Pilot, & a legacy of strength, adventure, & patriotism will be remembered forever.
— Chuck Yeager (@GenChuckYeager) December 8, 2020
Dopo diversi tentativi, anche al cardiopalma, Yeager al comando del Bell X-1 (battezzato «Glamorous Glennis» in onore della prima moglie del pilota, scomparsa nel 1990) infranse il muro del suono il 14 ottobre 1947 raggiungendo 1.299 km/h (Mach 1,06) in volo livellato. Una volta trapelata alla stampa l'impresa segreta, Yeager divenne quasi una star, con tanto di copertina di Time.
Originario del West Virginia, si arruolò volontario nell'allora Usaaf («Esercito dell'Aria») come motorista, ma divenne presto pilota. E fu tra gli assi americani della guerra combattuta sui cieli dell'Europa, dove pilotò i P-51 Mustang del 357th Fighter Group, a bordo di uno dei quali fu abbattuto nel marzo 1944 in Francia. Riuscì anche grazie ai maquis francesi a riparare in Spagna e a far ritorno in Inghilterra, riprendendo l'attività di volo fino alla fine del conflitto. In totale gli vennero riconosciuti 11,5 abbattimenti ai quali Yeager sostenne sempre che andassero aggiunte altre due vittorie, per varie ragioni non ufficialmente attribuitegli. Tra l'altro fu tra i primi a ingaggiare un combattimento con un aereo a reazione, il tedesco Messerschmit Me-262, riuscendo ad abbatterlo nonostante le prestazioni decisamente inferiori del suo velivolo.
La sua biografia, scritta a quattro mani con il giornalista Leo Janos (in Italia apparsa nel 1987 col titolo «Vivere per volare» per i tipi di Longanesi e nel 2014 riproposta da Res Gestae come «Una vita in cielo»), riporta molti aneddoti curiosi della straordinaria esperienza volatoria di questo pilota. Non ultimo il suo ruolo di preparatore alla Nasa di Neil Armstrong, l'uomo che sarebbe divenuto il primo nella storia a calcare il suolo lunare. Yeager ricordava al riguardo un tentativo di atterraggio finito nel fango su un lago salato, a bordo di un aereo biposto T-33 Shooting Star, nel cui abitacolo lui stesso sedeva come supervisore e Armstrong come pilota. Yeager ne traeva commenti poco lusinghieri sulle competenze di pilota di Armstrong, che di contro ha sempre accusato Yeager dell'aver insistito per tentare quel «touch ang go» poi risultato disastroso. Con la morte del secondo dei protagonisti di quell'episodio, se ne va per sempre la possibilità di stabilire come andarono realmente le cose. Ma soprattutto, con Chuck Yeager se ne va una fetta di storia aeronautica fondamentale, che ha segnato gli sviluppi del volo (militare, civile, commerciale e spaziale) degli ultimi 70 anni.
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