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Vittoria Ceretti, la modella bresciana contro il nepotismo nella moda

Lo sfogo in una storia Instagram, raccolto anche da Diet Prada, account di denuncia specializzato in questioni fashion
La top model bresciana Vittoria Ceretti - Foto da Instagram
La top model bresciana Vittoria Ceretti - Foto da Instagram
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Vittoria Ceretti contro i nepo-baby. E Diet Prada è con lei. La modella bresciana classe 1998, originaria di Gardone Val Trompia, nei giorni scorsi ha sfogato su Instagram la propria frustrazione nei confronti dei figli-di che ormai hanno conquistato anche le passerelle, svelando come nei primi anni di carriera si vide passare davanti alcune aspiranti modelle e modelli privilegiati dal fatto di essere nati in famiglie famose. Il suo sfogo è sceso parecchio nel personale, tanto che Diet Prada, account Instagram e sito internet di denuncia riguardante questioni fashion, ha ripreso la sua storia raccontando come le parole di «Brescia-born Ceretti» esprimano la situazione dell'industria della moda, sempre più affollata di talenti con pedigree.

Tra le prime super-model

Sin dalle prime righe del post, Diet Prada sottolinea come Ceretti sia una delle ultime supermodelle a rappresentare l'era pre-social, quella degli avvistamenti fortuiti delle agenzie per modelle che riuscivano a lanciare volti sconosciuti proiettandoli in pochissimo tempo nell'Olimpo delle passerelle. Siti e agenzie, a quell'epoca, riuscivano a costruire mitologiche carriere trasformando le ragazze in muse, e lei stessa fu ingaggiata dall'agenzia Elite Model Look (a quattordici anni). Oggi, invece, la competizione pare cambiata: alle sfilate e sulle riviste sono sempre più i volti noti, quelli dei figli-di, ovvero i «nepo-baby» (da «nepotismo») contro cui si scagliano le parole di Ceretti (senza tuttavia fare nomi).

I nepo-baby

«Mi sono imbattuta nell'intervista di un cosiddetto "nepo-baby", uno dei vari figli e figlie, cugini, nipoti privilegiati, e lasciatemi dire una cosa», ha scritto Ceretti. «Capisco benissimo quando dite "sono qui e lavoro duramente per esserlo", ma avrei voluto vedervi resistere ai miei primi cinque anni di carriera. Non solo quando venivo rifiutata (…), ma anche quando non ero in grado di pagare l'aereo di ritorno dalla mia famiglia. Aspettavo ore per un fitting o un casting solo per vedermi passare davanti un nepo-baby, fresco di sedile della sua Mercedes, con il proprio autista e il proprio amico/agente/assistente pronto a prendersi cura della sua salute mentale. Non avete idea di quanto ci sia bisogno di lottare per far sì che la gente vi rispetti. Ci vogliono anni, mentre voi ottenete tutto dal primo giorno. Ho molti amici nepo-baby - conclude -, ma sono stanca di ascoltare mentre vi paragonate a me. Non sono nata su un confortevole cuscino con una vista mozzafiato. So che non è colpa vostra, ma per favore, siate consapevoli del luogo da cui venite. Riconoscetene il valore».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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