Vienna vuole l’esercito per blindare le frontiere
L'Italia tira dritto sulla modifica delle regole di ingaggio sui porti per lo sbarco dei migranti salvati dalle navi della missione EunavForMed Sophia, col ministro della Difesa Elisabetta Trenta, che spinge per la «responsabilizzazione degli altri Paesi rivieraschi», mentre l’Austria avanza sul progetto della «fortezza Europa», puntando a blindare le frontiere esterne, col supporto militare a Frontex, per contenere i fenomeni migratori.
Sullo sfondo da guerra totale tra Roma e Bruxelles, sostenuta dalle bordate di Parigi, il lavoro dei ministri della Difesa europei, dopo la pausa estiva, riparte su un terreno scivoloso. Sul tavolo della due giorni di confronto, che entra nel vivo oggi, la priorità resta il dossier migrazione. Nonostante le resistenze dei 27 partner il governo giallo-verde insiste sulla necessità di cambiare il piano operativo di Sophia a brevissimo, col gong della scadenza fissata da Roma, prossimo a suonare. Sarà prima Trenta a tentare la mediazione, con una proposta per una «rotazione» dei porti di sbarco.
«Chi ci ha preceduto aveva fatto in modo che tutti i migranti soccorsi venissero portati in Italia. Un principio inaccettabile, che vogliamo rivedere», ha avvertito. Dopo la riunione dei ministri della difesa, sarà la volta di quelli degli esteri, con il titolare della Farnesina Enzo Moavero che ribadirà la necessità di individuare «un meccanismo di identificazione di un certo numero di porti di sbarco in vari Paesi europei», gestito «da una cellula di coordinamento, da istituire a Bruxelles o altrove».
Ma mentre l’Italia gioca la sua partita, anche l’Austria spinge sulla sua strategia. Il presidente di turno austriaco, il ministro Mario Kunasek (ultradestra del Fpoe), presenterà un documento con cui sollecita affinché i militari dei Paesi europei siano impiegati a supporto di Frontex (sotto guida civile), per logistica, trasporto, e ricognizioni, ma in casi particolari, anche in operazioni di controllo delle frontiere esterne, per contenere i flussi migratori. Un concetto già elaborato dal suo predecessore, il socialdemocratico Hans Peter Doskozil, quello stesso ministro che nel luglio 2017, annunciò di aver fatto arrivare quattro mezzi corazzati Pandur delle Forze armate, al Brennero, facendo salire la tensione con Roma alle stelle.
Un’ipotesi, che all'epoca fu accantonata, ma che solo un anno più tardi, potrebbe trovare terreno fertile in Europa. Il caso Diciotti. Intanto sui migranti accolti temporaneamente a Rocca di Papa continuano le tensioni con due presìdi, uno degli antagonisti e uno di casapound. Arrivati l’altra sera in ora tarda, causa un guasto del pulmann che li trasportava dalla Sicilia, hanno raccontato di essere stati torturati e venduti come merce di scambio.
Nel frattempo sul fronte dell’inchiesta che vede coinvolto anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini, sono attesi al Tribunale dei ministri che deciderà se procedere all’incriminazione, gli atti concernenti le ipotesi di accusa formulate dai magistrati per sequestro di persona in relazione al blocco dello sbarco dalla Diciotti da parte del Viminale.
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