Ventenne annega ma il rave party non si ferma
Nemmeno la morte di un ragazzo di 20 anni, annegato nel Ticino, ha fermato il rave party che ieri e per tutta la giornata di oggi si è tenuto sulla sponda pavese del fiume nei pressi di Vigevano. Gli organizzatori, di fronte alla tragedia, avevano deciso di annullare l'evento e parecchi giovani nelle ore successive sono effettivamente ripartiti, ma nel frattempo altri sono arrivati. I partecipanti, secondo le forze dell'ordine che stanno monitorando costantemente la situazione, sarebbero circa un migliaio.
Christian Belotti, 21 anni da compiere ad agosto, residente a Mapello (Bergamo), era al raduno insieme alla fidanzata e ad altri amici. Ieri sera intorno alle 19,30 ha deciso di cercare refrigerio alla temperatura vicina ai 34 gradi immergendosi in acqua. Ma il Ticino, con i suoi insidiosi mulinelli, l'ha tradito e in breve è stato inghiottito dalla corrente. Sono stati i ragazzi che erano con lui, non vedendolo più riemergere, a lanciare l'allarme al 118 alle 19.45.
Sul posto insieme all'equipe sanitaria è stato inviato anche un elicottero dei Vigili del fuoco. I sommozzatori, circa un'ora dopo, hanno individuato e recuperato il corpo ormai senza vita del ragazzo, che è stato trasferito all'obitorio dell'ospedale di Vigevano. L'autopsia dovrà stabilire tra l'altro se prima di immergersi avesse assunto alcol o stupefacenti.
I partecipanti avevano iniziato ad affluire fin dall'alba di ieri. I primi erano arrivati nei boschi della zona Ronchi con auto, roulotte e camper e avevano allestito le tende. Tra loro anche numerosi stranieri, in particolare spagnoli, oltre a ragazzi arrivati da tutto il nord Italia. Quando l'afflusso è stato segnalato, le forze dell'ordine insieme alle guardie del
Parco del Ticino e alla Protezione civile hanno chiuso al transito e presidiato le strade d'accesso, per cui altre centinaia di ragazzi hanno raggiunto la zona a piedi,
percorrendo alcuni chilometri sotto il sole, con gli zaini in spalla, dopo aver lasciato le auto alla frazione Sforzesca.
Il rave doveva iniziare in serata e proseguire per tutta la notte e la giornata di ieri con i tipici ingredienti di questi raduni giovanili non autorizzati: musica tecno, alcol e sostanze varie. Dopo la morte del giovane bergamasco la voce circolata tra i ragazzi presenti è stata di annullare tutto e tornarsene a casa in segno di lutto. Solo alcuni però l'hanno fatto e sono andati via, mentre altri sono continuati ad arrivare, forse ignari di quel che era accaduto. E, dopo aver percorso anche centinaia di chilometri, non hanno voluto saperne di rinunciare alla festa. Dal «muro» di casse allestito in una radura, la musica non si è fermata.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato