Italia e Estero

Vandalizzata foiba: Partigiani Osoppo, compromette dialogo

La partigiana Paola Del Din, 99 anni, medaglia d'oro al valor militare e prima donna paracadutista militare italiana, oggi a un incontro organizzato a Tolmezzo, in provincia di Udine, dall'associazione partigiani Osoppo, coinvolgendo il Comune di Tolmezzo e l'Anpi, 29 Luglio 2023. ANSA/ALBERTO ROCHIRA
La partigiana Paola Del Din, 99 anni, medaglia d'oro al valor militare e prima donna paracadutista militare italiana, oggi a un incontro organizzato a Tolmezzo, in provincia di Udine, dall'associazione partigiani Osoppo, coinvolgendo il Comune di Tolmezzo e l'Anpi, 29 Luglio 2023. ANSA/ALBERTO ROCHIRA
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UDINE, 10 FEB - "Un'azione deplorevole e inaccettabile, che manca di rispetto alla memoria delle vittime e compromette gli sforzi di riconciliazione e dialogo tra le diverse comunità coinvolte. Nelle stesse ore in cui il Presidente Mattarella con la Presidente Pirc Musar inaugurava "Nova Gorica -Gorizia capitale europea della cultura", si è verificato il grave episodio. Ci uniamo alla condanna di questo gesto scellerato che conferma le considerazioni che avevamo espresso nel luglio di 5 anni fa, nei giorni in cui lo stesso Mattarella aveva sostato, mano nella mano, con il presidente sloveno Borut Pahor". Lo scrive in una nota l'Associazione Partigiani Osoppo. "Dicevano: 'Si è trattato di un gesto significativo destinato a lasciare un segno: per la prima volta un presidente sloveno ha reso omaggio ai morti di Basovizza, la foiba in cui furono gettati centinaia di italiani, tedeschi, ma anche sloveni e croati, uccisi dai partigiani comunisti. Sono trascorsi oltre 15 anni dall'apertura dei confini fra l'Italia e la Slovenia, eppure è evidente che ci sono ancora problemi irrisolti che nemmeno le cerimonie simboliche riescono a superare", prosegue la nota. L'Associazione parla di una "frattura", che "parte da Malga Bala (…) e prosegue sino alle malghe di Porzûs dove 18 partigiani della Brigata Osoppo furono uccisi, nel febbraio 1945, da una formazione GAP per ordine della Federazione del PCI, con il favore del IX Corpus sloveno". E continua con le "decine e decine di sfortunati che, per le più varie ragioni, vennero uccisi dalla Resistenza comunista" sul Collio. La frattura poi continua per Gorizia, si "estende a Trieste, che subì 40 giorni di occupazione titina con morti, sparizioni e infoibamenti. Poi verso l'Istria, Fiume e la Dalmazia, terre italiane cedute alla Jugoslavia costringendo 300mila italiani a fuggire, esuli sparsi nel mondo".

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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