Vaccini, l’obiettivo resta la soglia delle 500mila dosi
L'obiettivo resta sempre lo stesso, confermato anche dal premier Mario Draghi: mezzo milione di dosi di vaccino al giorno somministrate agli italiani entro fine aprile. Ma l'indicazione, ancora più forte dopo il caos AstraZeneca, è di vaccinare subito, più velocemente ed efficacemente, gli anziani, gli over 60, per i quali il prodotto anglo-svedese è ora raccomandato.
Il generale Francesco Figliuolo prova a suonare di nuovo la carica della campagna anti-Covid, nonostante i tagli nelle forniture e i ritardi delle Regioni specie sulle fasce d'età più avanzate. «Se ci vacciniamo ne usciamo - dice il commissario -. Appena completeremo gli over 80 e i fragili apriremo la vaccinazione alle classi produttive».
«Da oggi l'inoculazione di AstraZeneca è aperta alla platea dei 60-79 anni - ribadisce Figliuolo -, mentre gli under 60 che hanno già ricevuto la prima dose riceveranno anche la seconda». Il commissario prepara una direttiva alle Regioni, che dovrebbe essere pronta domani, con regole uniformi e chiare per tutte sugli obiettivi da raggiungere sul territorio nella somministrazione dei vaccini agli over 60.
Ci sarà una rivalutazione del piano nazionale, ma senza grandi cambiamenti, secondo quanto trapela. La vicenda di AstraZeneca impatta però sulle Regioni, che si trovano a dover rimodulare i propri piani. Un caso emblematico è quello del Lazio, una delle migliori nella campagna vaccinale.
Lo stop ad AstraZeneca per gli under 60 potrebbe pesare su un terzo delle circa 26 mila inoculazioni al giorno, 7-8 mila delle quali sono del vaccino britannico. Diventa cruciale che le consegne di Pfizer, Moderna e Johnson&Johnson - 500 mila dosi la prima di quest'ultimo ad aprile - siano certe e anche più consistenti o da fine aprile, con l'inizio per la classe d'età 58-59 anni, e per tutto maggio ci saranno grossi problemi.
La Lombardia, la regione più popolosa con 10 milioni di abitanti e di gran lunga la più colpita dalla pandemia, ha aperto la vaccinazione ai 70enni perché l'adesione tra i 75 e i 79enni, dopo un primo giorno molto promettente, è inferiore al previsto, ha spiegato il direttore generale al Welfare Giovanni Pavesi. La causa? La paura di Astrazeneca ». «Se un 80/enne lo rifiuta non sappiamo come comportarci - ammette Pavesi -. È un problema. Per ora lo mettiamo in coda, ma sono preoccupato per i prossimi giorni in cui chiudiamo gli over 80 e iniziamo i disabili e domiciliari. Il rischio di qualche scivolone c'è, ma poi si aprirà la partita più agevole delle fasce anagrafiche».
In Lombardia, secondo dati della Regione, ci sono 214mila over 80 in attesa della prima dose e finora ne sono state fatte al massimo 31 mila in un giorno. Una forte accelerazione è indispensabile. In Emilia Romagna, altro territorio flagellato dal Covid, non è al momento possibile prenotare un vaccino per gli under 60. La Regione ha infatti deciso di sospendere le prenotazioni per chi fa parte delle categorie prioritarie e hanno meno di 60 anni, in attesa di capire le le modalità di applicazione sulla somministrazione di AstraZeneca. Problemi che potrebbero insorgere anche in altre regioni. Gli 8 milioni di dosi attese dalle tre aziende ad aprile non basterebbero per vaccinare tutti gli over 70, ma Figliuolo ha parlato di un incremento del 15-20% delle forniture, spalmato sui tutti e tre i prodotti.
Nell'ultima settimana AstraZeneca è stato usato per gli over 80, secondo le stime, per oltre 6.500 dosi in Veneto - la Regione che l'ha usato di più - per quasi 5 mila dalle Marche, meno di mille dosi in Toscana e per poco più di 500 dosi in tutto il resto d'Italia. Dati che indicano il cambio radicale da fare.
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