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Vaccini antinfluenzali, Fontana: «Responsabile in prima persona»

Il Governatore scrive alla Procura milanese per fotografare la situazione e assicurare di assumersi «in prima persona» le responsabilità
Il servizio vaccini antinfluenzali in un ambulatorio sociosanitario milanese -  Foto © www.giornaledibrescia.it
Il servizio vaccini antinfluenzali in un ambulatorio sociosanitario milanese - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Le polemiche su più fronti per le difficoltà nel reperire i vaccini antinfluenzali e il timore di rimanere impigliati nelle maglie della giustizia che ha portato dirigenti di Aria, la centrale acquisti della Regione, a rifiutarsi di prendere al volo la chance di procedere con trattativa privata all'acquisto di 350 mila d osi da una casa farmaceutica svizzera, ha spinto il Governatore della Lombardia Attilio Fontana a scrivere alla Procura milanese, per fotografare la situazione e assicurare di assumersi «in prima persona» le responsabilità.

Una lettera che risale a tre giorni fa e alla quale non è arrivata alcuna replica a stretto giro di posta, ma una considerazione generale per sottolineare che «non è la magistratura a bloccare l'attività della pubblica amministrazione».

Sembra avere il sapore di una querelle a distanza, senza polemica, quella innescata dalle due pagine inviate da Fontana, tramite il suo legale, l'avvocato Jacopo Pensa, al procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e ai pm che coordinano le indagini sul caso della fornitura di camici, poi trasformata in donazione, commissionata senza gara all'azienda della famiglia del governatore, ora indagato con il cognato e l'ex dg e un dirigente della Consip regionale.

Poco più di due fogli ora sul tavolo del pm Giordano Baggio, titolare del fascicolo esplorativo che riguarda i vaccini contro l'influenza. «Il timore di intraprendere iniziative o decisioni suscettibili del vaglio di legittimità da parte della magistratura paralizza di fatto l'opera dei funzionari di Aria - si legge nella missiva - che si rifiutano di acquistare a trattativa privata salvo che il presidente Fontana ottenga l'autorizzazione della procura».

In sostanza, secondo la lettera, l'attività della centrale d'acquisto è bloccata dai timori delle inchieste, al punto da ostacolare la trattativa con una società elvetica per l'acquisto del vaccino antinfluenzale, merce tanto rara quanto ricercata anche in Lombardia. Sulla sua mancanza c'è allarme e «ampia polemica su più fronti» e dunque «è urgente e vitale assumere le iniziative più efficaci», in modo che Fontana possa «avvalersi delle prerogative attribuitegli nelle situazioni di emergenza» e, «come soggetto attuatore, acquistare i vaccini a trattativa privata».

Infine la chiusura per sottolineare che quel che è stato messo nero su bianco non è una richiesta di «salvacondotto», ma una semplice informativa per «rappresentare un paradosso - ha spiegato oggi Fontana -, una situazione di stallo, in un momento di preoccupazione per il problema vaccini e comunicare ai pm che Fontana si appresta ad assumersi la responsabilità di comprare le dosi a trattativa privata, consentita solamente per il materiale necessario per far fronte all'emergenza Covid. «L'approvvigionamento dei vaccini, così come di altre forniture pubbliche, è di responsabilità esclusiva della pubblica amministrazione. La Procura non ha alcun ruolo al riguardo. Non è quindi la magistratura che blocca l'azione amministrativa», si limita a dire Romanelli precisando che si tratta solo di «considerazioni generali» e che ai pm spetta solo «il ruolo di verifica della legalità dell'azione amministrativa in relazione all'eventuale commissione di reati».

Quanto basta per far calare il gelo sulla vicenda.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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