Italia e Estero

Uova contro l'atleta, Daisy Osakue andrà agli Europei

Buone notizie per l'atleta colpita dalle uova. Salvini: «Uno dei tre indagati è figlio di un consigliere comunale Pd: qualcuno chieda scusa»
Daisy Osakue dopo le medicazioni in ospedale - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Daisy Osakue dopo le medicazioni in ospedale - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Daisy Osakue, la discobola azzurra colpita all'occhio sinistro da un uovo lanciato da una macchina con tre giovani a bordo a Moncalieri nella notte tra il 29 e il 30 luglio, potrà partecipare agli Europei di atletica, in programma da lunedì a Berlino. Il via libera dei medici è arrivato in mattinata. La giovane rischiava di dover rinunciare a causa delle medicine che sta prendendo per curarsi dopo le lesioni riportate.  

Ad auspicare che Daisy «non avesse conseguenze, né fisiche né professionali» erano anche i tre denunciati, per voce del loro legale, l'avvocato Marampon. In caserma hanno subito ammesso: «Siamo stati noi, l'abbiamo fatto per goliardia». Sono tre giovani italiani gli aggressori di Daisy Osakue, i frammenti dell'uovo con cui hanno ferito a un occhio l'atleta ancora sulla fiancata dell'auto utilizzata per le loro scorribande. Ad armarli nessuna ideologia, né tantomeno il razzismo finito al centro delle polemiche degli ultimi giorni.

«Hanno spento il cervello», dice il padre di uno di loro, consigliere comunale del Pd e, per questo motivo, beccato dal ministro dell'Interno Matteo Salvini: «Non godo per questo - commenta il vice premier - perché è un deficiente a prescindere delle idee politiche, però hanno montato una cagnara di una settimana su Salvini, fascismo, nazismo, razzismo. Poi se andiamo a vedere sono dei figli di papà, i cui papà magari guardano a sinistra. Non aggiungo altro, si commenta da sè. Ma qualcuno deve chiedere scusa».

I carabinieri hanno identificato i tre ragazzi, tutti 19enni, tutti figli di impiegati torinesi, visionando le immagini delle telecamere di sorveglianza. Grazie ad alcuni frame, i militari
della Compagnia di Moncalieri, dove nella notte tra domenica e lunedì è avvenuta l'aggressione, hanno individuato il numero di targa dell'auto utilizzata dai giovani. Una Fiat Doblò, di proprietà del padre di uno di loro. «Sono ragazzi normali. Né loro né i genitori hanno mai avuto problemi con la giustizia», si affretta a dire l'avvocato Alessandro Marampon, legale dei tre giovani, che sono ora accusati di lesioni e omissione di soccorso. «Dopo l'aggressione sono andati al mare - prosegue il difensore - e soltanto lì, leggendo i giornali e guardando la tv, hanno realizzato le conseguenze del loro gesto».

E il papà consigliere comunale assicura che intende «chiedere scusa» alla giovane atleta della Nazionale italiana, ma di origini nigeriane. «Quando senti di certi episodi, non pensi mai che tuo figlio sia coinvolto - dice il padre -. Mi dispiace per quello che è accaduto e mi chiedo dove ho sbagliato. Anche i figli dei consiglieri comunali del Pd fanno delle cavolate. Ora lui e i suoi amici se ne assumeranno tutte le responsabilità...».

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