Italia e Estero

Ucraina, scoperto un nuovo massacro di civili a Makariv

A nord di Kiev sono stati ritrovati 132 cadaveri di persone torturate. Oggi intanto sono previsti dieci corridoi umanitari per evacuare Mariupol
Un cratere causato da un bombardamento su un ponte di Makariv, a nord di Kiev - Foto Oleg Petrasyuk/Epa © www.giornaledibrescia.it
Un cratere causato da un bombardamento su un ponte di Makariv, a nord di Kiev - Foto Oleg Petrasyuk/Epa © www.giornaledibrescia.it
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Dopo Bucha e Kramatorsk, in Ucraina è stato scoperto un nuovo massacro: 133 cadaveri di persone torturate sono stati ritrovati a Makariv, nella regione di Kiev. 

Il governo ucraino denuncia un «nuovo mostruoso attacco» contro la popolazione civile, e il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba annuncia la creazione di «un archivio online per documentare i crimini di guerra della Russia». 

«Non riesco più a piangere» ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha assicurato che i criminali non sfuggiranno alla giustizia. Ma Bucha, Kramatorsk e Makariv non sono gli unici casi. Man mano che le truppe russe si ritirano dal nord dell’Ucraina, vengono scoperti nuovi massacri: in un villaggio nei pressi di Izium, le autorità hanno scoperto i corpi di civili bruciati vivi dopo essere stati torturati, fra i quali anche un bambino. 

Cosa succede oggi

Per oggi sono previsti 10 corridoi umanitari per evacuare le popolazioni civili dall'Est dell'Ucraina, ma la situazione resta disperata a Mariupol, la città martire circondata dai russi dall'inizio dell'invasione: i russi stanno bloccando da un giorno otto bus di civili in fuga.

Le previsioni dell’intelligence

Secondo il bollettino quotidiano dell'intelligence britannico, nelle ore e giorni seguenti dovrebbero aumentare gli attacchi russi a supporto delle operazioni nel Donbass, ma la resistenza ucraina continua ad ostacolare le ambizioni russe di stabilire un corridoio via terra tra questa regione e la Crimea. Serghej Markov, direttore dell'Istituto di Ricerche politiche di Mosca, già deputato e uomo di fiducia di Putin, ammette che gli obiettivi russi sono cambiati: «Il piano iniziale era uno Stato neutrale nella forma di una Repubblica Ucraina federale associata all'Unione Russia-Bielorussia - ha detto in un'intervista a La Repubblica -, ora è annettere le regioni più russofone», il che porterebbe a «un territorio ucraino, ma ridotto», con Zelensky che «potrebbe restare a capo di questo pezzetto di Ucraina filoamericana», anche se «credo che verrà ucciso prima». 

L'Ucraina punta a entrare nell'Ue entro l'estate

Intanto l'Ucraina ha detto che prevede di ottenere lo status di Paese candidato per l'Unione Europea a giugno, come ha annunciato la vice premier per l'integrazione europea ed euro-atlantica, Olga Stefanishyna. 

L’Italia riapre l’ambasciata a Kiev

L'Italia diventa uno dei primi Paesi che riapre la sede della sua ambasciata a Kiev, dopo aver spostato le sue attività a Leopoli a causa del progresso delle truppe russe. «Riapriremo subito dopo Pasqua», ha assicurato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, aggiungendo che «siamo stati gli ultimi ad andare via da Kiev e saremo tra i primi a tornarci». Di Maio ha sottolineato inoltre che è necessario «intensificare il pressing diplomatico per portare Putin al tavolo della mediazione e arrivare intanto a un cessate il fuoco».

Una data simbolica per i russi

Secondo fonti ufficiali statunitensi ed europee citate dalla Cnn, i russi si sentono sotto pressione perché devono ottenere una vittoria in Ucraina entro il 9 maggio, data in cui la Russia celebra la vittoria sui nazisti durante la Seconda guerra mondiale. Le fonti osservano che le forze russe si stanno riorganizzando e puntando sull'Est e Sud dell'Ucraina perché li considerano obiettivi più piccoli e più raggiungibili rispetto alla conquista di tutto il Paese. La pressione di una scadenza il 9 maggio, sottolineano i funzionari, potrebbe tradire i russi e portarli a commettere errori, ma potrebbe anche spingerli a compiere altre atrocità come quelle di Bucha e Kramatorsk.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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