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Ucraina, bombe sull'ospedale pediatrico: l'orrore a Mariupol

Condanna unanime del raid aereo che ha colpito la struttura sanitaria. L'epilogo di un giorno sospeso tra corridoi in attesa delle trattative
  • Guerra in Ucraina, l'ospedale pediatrico bombardato a Mariupol
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Carcasse di automobili nel cortile dell'ospedale pediatrico e di maternità di Mariupol, completamente sventrato. In un attimo le speranze di una giornata meno cruenta in Ucraina, dopo l'apertura di sei corridoi umanitari, sono svanite. Oscurate dall'ennesimo dramma di vittime innocenti, donne e bambini, rimasti sotto le macerie a causa di un «atroce attacco delle truppe russe», ha denunciato il presidente Volodymyr Zelensky.

Le immagini del disastro hanno fatto subito il giro del mondo provocando indignazione e condanna: donne incinte in stato di shock portate via in barella, altre con il volto coperto di sangue aiutate ad uscire dallo scheletro dell'edificio da familiari e soccorritori. Per le autorità ucraine non c'è dubbio sui responsabili. «Un ospedale per la maternità nel centro della città, un reparto pediatrico e un dipartimento di medicina interna sono stati distrutti durante l'attacco aereo russo su Mariupol», ha annunciato il capo dell'amministrazione militare regionale di Donetsk, Pavlo Kyrylenko.

«Il reparto maternità non esiste più, molte donne sono rimaste ferite e uccise», ha aggiunto il numero due della polizia nazionale Vyacheslav Abroskin, citando testimoni oculari. Da Kiev Zelensky ha accusato i russi di un «attacco diretto all'ospedale di maternità», parlando di «bambini e donne sotto le macerie». In seguito sono stati accertati diversi feriti, almeno 17, incluse donne partorienti, ma il bilancio rischia di aumentare. «Un'atrocità», ha tuonato il leader ucraino, che ha rinnovato l'appello agli occidentali a «chiudere i cieli» per non rendersi «complici». «Avete il potere di farlo, ma sembra che stiate perdendo l'umanità», ha commentato sconsolato. L'attacco all'ospedale è un altro durissimo colpo ad una città in condizioni «apocalittiche» a causa dell'assedio russo, come ha constatato la Croce Rossa.

Le condanne

Molte le voci dei leader mondiali e dei politici che si sono levate per condannare un'aggressione inaccettabile sul piano umanitario. È «orribile vedere l'uso barbaro della forza contro civili innocenti» ha detto la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki. Ci sono «poche cose più ignobili che prendere di mira i vulnerabili e gli indifesi» ha commentato il premier britannico Boris Johnson.

Immagini satellitari diffuse da Maxar: l'ospedale pediatrico di Mariupol prima e dopo il raid aereo - Foto Maxar © www.giornaledibrescia.it
Immagini satellitari diffuse da Maxar: l'ospedale pediatrico di Mariupol prima e dopo il raid aereo - Foto Maxar © www.giornaledibrescia.it

In Italia diversi i commenti senza appello dai banchi del governo: «Un luogo di speranza, dove la vita nasce, è diventato un luogo di morte. È spietato. Ancora una volta viene colpito un obiettivo non militare. La guerra di Putin deve fermarsi» ha scritto su Facebook il titolare della Farnesina, Luigi Di Maio.

«Non ci sono parole, solo tanto dolore. La Russia cessi bombardamenti indiscriminati su civili» ha twittato invece la ministra bresciana Mariastella Gelmini. «Ogni bombardamento è sempre inaccettabile. Ma colpire un ospedale supera ogni limite di disumanità. La guerra deve essere fermata al più presto» ha postato invece il ministro della Salute, Roberto Speranza.

I corridoi umanitari

Per il quinto giorno consecutivo è fallito il tentativo di un'evacuazione di massa, perché «siamo sotto continuo attacco», ha affermato il vicesindaco di Sergiy Orlov, che ha parlato di «1.170 morti» dall'inizio del conflitto. Decine seppelliti in fosse comuni. Con i residenti senza acqua, riscaldamento ed elettricità. «Oltre 400.000 persone in ostaggio», ha denunciato Kiev. Per i russi, invece, la narrativa sul disastro umanitario continua ad essere opposta: è tutta colpa delle «orribili azioni dei nazionalisti» ucraini, che costringono i civili a restare per costruire barricate, ha sostenuto il ministero della Difesa di Mosca.

Oltre a Mariupol, le parti in conflitto hanno aperto altre cinque vie di fuga per i civili, per 12 ore. A Sumy, nel nord-est, ed a Enerhodar, nel sud, convogli di auto private e autobus, soprattutto con donne e bambini, si sono messi in marcia senza troppi problemi. Al contrario, i mezzi con gli sfollati nella zona di Kharkiv, a Izyum, secondo le autorità locali sono stati «ostacolati dai bombardamenti russi».

Non è andata meglio nel corridoio di Kiev. Il consiglio comunale del sobborgo di Bucha ha riferito che il passaggio di 50 autobus è stato bloccato. Nella capitale ucraina l'allarme umanitario cresce di pari passo con l'avvicinamento dei tank russi. Possiamo resistere soltanto «una settimana» in caso di assedio, ha stimato il sindaco Vitali Klitschko. Che ha descritto una guerra arrivata a «10 chilometri dal centro», mezzi blindati russi che «girano intorno da due settimane» ed i soldati che «cercano di farsi strada nei quartieri». Media locali hanno dato notizia di un caccia Sukhoi abbattuto che si sarebbe schiantato su un edificio residenziale, mentre reporter sul terreno hanno segnalato colonne di tank avvicinarsi a Brovary, nel grande hinterland orientale.

L'invasione è andata avanti anche sugli altri fronti e, secondo Londra, i russi sarebbero pronti a usare qualsiasi mezzo per vincere. Il ministro della Difesa britannico ha reso noto che Mosca ha confermato l'uso di razzi «termobarici». Allegando un video che spiega il funzionamento dei missili, «già utilizzati dai russi in Afghanistan e in Cecenia», e ne descrive «l'impatto devastante». Mentre in serata il portavoce della Difesa russa, Igor Konashenkov, si è trovato costretto ad ammettere per la prima volta la presenza di militari di leva tra i combattenti impegnati nell'offensiva in Ucraina dopo che Putin solo ieri aveva assicurato il contrario.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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