Italia e Estero

Tutte le polemiche sulla app per il tracciamento del contagio

La politica solleva dubbi e questioni sulla tecnologia per il contrasto alla diffusione del coronavirus
La app australiana - Foto EPA/DARREN ENGLAND AUSTRALIA AND NEW ZEALAND OUT © www.giornaledibrescia.it
La app australiana - Foto EPA/DARREN ENGLAND AUSTRALIA AND NEW ZEALAND OUT © www.giornaledibrescia.it
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Anche il Pd ha dubbi ed interrogativi e la strada per la creazione della app di tracciamento si complica. Sono state le esternazioni del commissario Domenico Arcuri sulle possibili limitazioni ai cittadini che non scaricheranno la app Immuni a spingere i capigruppo del Pd Graziano Delrio e Andrea Marcucci ad alzare la voce per pretendere dal governo una legge che autorizzi la app anti-Covid. Una duplice esternazione che arriva per non far scavalcare il partito dalle richieste delle opposizioni, peraltro ritenute giuste.
Il fastidio per le iniziative del governo Conte e di Arcuri, prese ignorando completamente il Parlamento erano emerse già ieri, quando il Dem Enrico Borghi e Antonio Zennaro (M5s) avevano sollevato al Copasir il tema della sicurezza nazionale per quanto riguarda l'assetto proprietario della società Bending Spoons che ha sviluppato la app.

La app norvegese - Foto EPA/HEIKO JUNGE NORWAY OUT © www.giornaledibrescia.it
La app norvegese - Foto EPA/HEIKO JUNGE NORWAY OUT © www.giornaledibrescia.it

Dopo che i quotidiani hanno riferito le ipotesi di Arcuri di prevedere limitazioni nei movimenti per chi non scarica Immuni, l'altro Dem, Filippo Sensi, ha subito reagito: «Leggo di restrizioni per chi non scaricherà la 
app di tracciamento. Decisioni che mettano capo a cittadini di serie A e di serie B sono contro la Costituzione. Il sistema a punti lasciamolo ai paesi autoritari. Sicurezza è libertà». Sono quindi arrivate le dichiarazioni nette di Delrio e Marcucci che hanno affermato che per consentire la app, che va a toccare i diritti dei cittadini, occorre una legge, e non un semplice Dpcm. Tanto meno una ordinanza della Protezione civile. 

«Il tema del tracciamento del movimento dei cittadini - ha spiegato Stefano Ceccanti, costituzionalista e capogruppo Pd in Commissione Affari costituzionali - è materia delicatissima di bilanciamento tra diritti, e non si può sfuggire alla fonte primaria, cioè ad una legge, perché questa garantisce l'accesso alla Corte Costituzionale in caso di sproporzione dell'intervento. Ovviamente si può procedere anche con un decreto del governo che poi il Parlamento deve convertire in legge». 

D'altra parte sul coinvolgimento del Parlamento anche in M5s ci sono orecchie sensibili. Il presidente della Commissione Affari costituzionali, Giuseppe Brescia lo ha sottolineato, suggerendo una mozione di indirizzo delle Camere e sulla base dei suoi contenuti un decreto del governo. Le opposizioni non hanno intenzione di sorvolare su un tema di tale portata e con Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Enrico Costa e il governatore Zaia hanno fatto l'identica rivendicazione: non si prescinde da una legge.

D'altra parte Delrio e Marcucci convengono sul pieno coinvolgimento delle opposizioni: una iniziativa così penetrante sui diritti dei cittadini, per essere accettata, deve avere ai loro occhi una legittimità che solo l'unanimità del Parlamento può dare. I gruppi Dem sono quindi intenzionati a mettere una serie di paletti alla app sia che si proceda con una mozione preventiva al decreto sia che ci si muova in sede di conversione: garanzie sull'assetto societario dell'azienda sviluppatrice; anonimia dei tracciati; conservazione dei dati e del back up in un sito italiano a controllo pubblico.

L'approvazione bipartisan non è però scontata: Zaia ha chiesto l'obbligatorietà della app per raggiungere il 60% della popolazione indicata dagli esperti come base minima, difficilmente raggiungibile con la volontarietà visto che solo il 63% di tutti i residenti hanno il cellulare. La app sarà efficace infatti, sottolinea il Comitato tecnico scientifico (Cts), solo se sarà usata da almeno «il 70-80 per cento degli italiani». Ma sulla obbligatorietà il voto bipartisan vacilla.

«La app sarà utile per conoscere chi è positivo - ha detto nel corso della conferenza stampa quotidiana il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli -. Dovremo usarla assieme ai tamponi e alle altre misure per individuare se un soggetto è positivo. Pensiamo che si possa portare avanti un'azione di contrasto ancor più efficace di quella messa in atto finora». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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