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Turchia: via Darwin dalle scuole, via PacMan dai videogiochi

Dal 2019 nei programmi scolastici non sarà più previsto l'evoluzionismo. Nel mirino del Governo anche i videogiochi «islamofobi»
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Nuovo strappo verso l'islamizzazione del sistema educativo nella Turchia di Recep Tayyip Erdogan. 

A partire dal 2019, nei programmi scolastici dei licei non sarà più previsto l'insegnamento della teoria dell'evoluzionismo di Darwin.

La decisione, non ancora ufficializzata, è stata però già annunciata pubblicamente da Alpaslan Durmus, che guida l'ufficio competente del ministero dell'Educazione. La bozza prevede l'esclusione della sezione «Origine della vita ed evoluzione» dai corsi di biologia

«Abbiamo escluso argomenti controversi per studenti con un'età inadatta a comprendere il contesto scientifico della questione. Questa sezione sarà rinviata agli studi universitari», ha detto Durmus, secondo cui la modifica avrebbe già ottenuto il via libera del presidente Recep Tayyip Erdogan. 

La decisione ha subito scatenato le critiche dell'opposizione e del mondo accademico turco, che ha chiesto al governo una marcia indietro, sottolineando come l'evoluzionismo sia escluso dai programmi scolastici solo in Arabia Saudita. 

La strategia di Ankara per formare una «gioventù religiosa», come più volte auspicato da Erdogan, non si ferma dentro le mura scolastiche. Una nuova campagna è stata lanciata dal ministero della Gioventù e dello Sport contro i videogiochi ritenuti «islamofobi». Una lista nera che include alcuni dei titoli più famosi e venduti al mondo, da Call of Duty a Tekken, da Guitar Hero a Resident Evil, viene presentata in un sito ad hoc, in cui si invitano anche gli utenti a segnalare altri videogiochi che offendono l'Islam. Secondo il ministero, in Turchia il settore ha un giro d'affari di circa 600 milioni di dollari, con 25 milioni di consumatori che trascorrono complessivamente 39 milioni di ore al giorno davanti agli schermi. 

«Giochi stranieri che includono l'islamofobia, la sessualità e la violenza fanno parte del materiale dannoso nel settore. Stiamo cercando di accrescere la consapevolezza sul tema tra le famiglie, i giovani, gli insegnanti e gli studenti», ha spiegato Huzeyfe Yilmaz, direttrice della relativa commissione di ricerca del ministero. Tra i videogiochi nel mirino di Ankara è finito anche lo storico PacMan, accusato da alcuni funzionari di basarsi sull'idea subliminale di cacciare «donne musulmane velate», che rappresenterebbero delle «vergini da attaccare».

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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