Truffa all'Ue, sequestrati 153mila euro a famiglia bresciana
I carabinieri del nucleo investigativo di Bologna, sezione Eppo (European public prosecutor's office), hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca disposto dal gip del tribunale di Brescia per un valore di 153mila euro. Le indagini, coordinate dalla Procura Europea di Bologna, hanno consentito di accertare una truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche in danno dell'Unione europea messa in piedi da tre indagati bresciani, appartenenti alla stessa famiglia che opera nel settore agricolo in provincia di Parma.
È emerso infatti che il figlio 26enne della coppia, nel 2019, aveva assunto formalmente la titolarità di una delle due aziende agricole di famiglia e beneficiato di contributi europei a fondo perduto stanziati dall'Ue quale forma di aiuto per l'avviamento dell'attività agricola giovanile (fondo Feasr, regione Emilia Romagna - programma di sviluppo rurale 2014-2020) per un valore appunto di 153mila euro.
Le indagini hanno appurato che la costituzione di questa seconda azienda, avvenuta pochi mesi prima che il giovane subentrasse come amministratore al posto della madre, è stata strumentale al salvataggio dell'altra azienda di famiglia, principale e storica, che versava in precarie condizioni economiche e posta in liquidazione a causa dei tanti debiti. E che l'assunzione della responsabilità societaria da parte del giovane era fittizia, in quanto la conduzione materiale dell'azienda agricola rimaneva comunque in capo ai suoi genitori. Con tale escamotage, la famiglia bresciana è riuscita fraudolentemente a percepire le sovvenzioni europee stanziate per favorire l'inserimento dei giovani nel mondo dell'agricoltura.
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