Tiramisù da record, è scontro tra Veneto e Friuli Venezia Giulia
Nuovo capitolo della saga «Veneto vs Friuli Venezia Giulia» per la contesa paternità del tiramisù. E questa volta è la panna il pomo della discordia, un ingrediente che ieri i friulani hanno utilizzato per preparare il tiramisù più lungo del mondo.
Un record che secondo i veneti non sarebbe stato stabilito, perché, come osserva la Confraternita del Tiramisù di Treviso, nella ricetta originale la panna non è prevista. A non essere digeriti dai trevigiani sono proprio quei «400 chilogrammi di panna (in quantità eguale al mascarpone utilizzato)» utilizzati dai pasticcieri. Il dolce in questione «non può considerarsi tiramisù», afferma, dal momento che quest'ultimo «non prevede la panna tra i propri componenti».
Di diversa opinione l'organizzatore del record di ieri, Mirko Ricci, secondo il quale la panna era prevista nel regolamento della gara mondiale e pure nella ricetta originale del tiramisù di Pieris, in provincia di Gorizia. Ieri a Villesse (Gorizia) un team di oltre 30 pasticcieri e di decine di volontari ha realizzato un tiramisù di 266,9 metri entrando di fatto nel Guinness World Record.
Per prepararlo «sono stati utilizzati 400 chili di mascarpone - ha spiegato Ricci - 400 chili panna, 48mila savoiardi, 420 litri di caffè, 200 chili di zucchero, 3 mila uova, 47 litri di marsala». E sarebbe proprio la panna il casus belli della nuova contesa tra vicini di casa.
Per confezionare il tiramisù, spiega Ricci all'Ansa, «ci siamo attenuti agli ingredienti elencati nel regolamento del Guinness World Record. Tra questi ci sono mascarpone cheese e cream, ovvero panna. Non abbiamo barato».
Ma c'è dell'altro: «Chi impugna la prova di ieri - dice ancora Ricci - non conosce bene la storia del tiramisù: nella sua forma arcaica, la Coppa Vetturino Tirime Su prevedeva l'uso della panna tra gli ingredienti». E conclude: «Non abbiamo scippato nessun record a nessuno, perché è la prima gara di questo tipo che si organizza al mondo. Questa è l'ennesima polemica inutile, che fa male al territorio e al dolce in sé, perché si potrebbe sfruttare tutti insieme il successo del dolce nella maniera più pacifica».
La querelle tra Friuli e Veneto si era accesa la scorsa estate, quando bruciando Venezia, a Trieste erano state inserite nella lista dei Prodotti agroalimentari tradizionali la due versioni «carnica» e «bisiaca» del dolce conteso. Proprio quest'ultima prevede l'utilizzo della panna. Con evidente disappunto del Veneto.
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