Terrore a Parigi: centoventi morti nell'11 settembre francese
Parigi prova a risvegliarsi dopo una notte di morte e terrore. Almeno 120 persone sono rimaste vittime dei sei attentati che ieri sera hanno colpito, per la seconda volta in un anno, il cuore della capitale francese. Sono oltre 200 i feriti, di cui 80 in modo grave. Si tratta di un bilancio terribile che fa dell'attentato il più grave mai messo in atto in Francia.
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha telefonato questa mattina al suo omologo francese, Francois Hollande, ribadendo che i due Paesi «continueranno a lavorare insieme e con altri Paesi nel mondo per sconfiggere il flagello del terrorismo». Parole di sdegno sono arrivate dal Vaticano che, per voce del direttore della sala stampa, padre Federico Lombardi, ha definito la carneficina di ieri «un attacco alla pace di tutta l'umanità che richiede una reazione decisa e solidale da parte di tutti noi per contrastare il dilagare dell'odio omicida in tutte le sue forme».
Gesti e parole di solidarietà nei confronti di Parigi sono giunte da ogni parte del mondo, dove molti monumenti o impianti sportivi sono stati illuminati dal rosso, bianco e blu della bandiera francese. Spenta per lutto la Tour Eiffel. Ad agire è stato un gruppo di terroristi, probabilmente appartenenti all'Isis, l'organizzazione criminale che ha già rivendicato l'attentato definendolo l'«11 settembre francese».
Hanno sferrato la loro azione in sei luoghi diversi, partendo dal X arrondissement e poi scendendo fino ai quartieri limitrofi. Sulla loro strada hanno lasciato sangue e vittime, oltre 120 innocenti trucidati in strada, al ristorante e ad un concerto.
Gli attentati più gravi sono stati portati allo Stade de France - dove un'esplosione si è sentita nitidamente anche durante il match Francia-Germania - e alla sala concerti Bataclan, dove si stava esibendo un gruppo rock americano. Qui i terroristi, probabilmente quattro, hanno preso in ostaggio centinaia di ragazzi e poi hanno aperto il fuoco, uccidendone almeno 80.
Poi il blitz delle teste di cuoio francesi. Sui social network è corsa alla solidarietà, con innumerevoli messaggi di persone alla ricerca di familiari o amici scomparsi o di cui non si hanno notizie da ieri sera. I terroristi morti, al momento, sono otto. Alcuni di loro si sono fatti saltare in aria con le cinture esplosive che avevano legate in vita. Non è escluso, però, che qualche membro dell'organizzazione sia ancora in fuga, come sottolineato dallo stesso procuratore della Repubblica di Parigi, Francois Molins. «Ci sparavano come fossimo uccelli», racconta un testimone spettatore della carneficina al Bataclan.
Oggi Parigi resterà «chiusa per lutto», mentre la Francia aumenterà i controlli alla frontiera. Air France ha deciso di mantenere i suoi voli da e per Parigi, seppur con qualche ritardo. Chiuso invece il traforo del Monte Bianco. Gli Stati Uniti restano «vigili», anche se - rassicura l'amministrazione Obama - «non c'è alcuna specifica o credibile minaccia di un attacco sul suolo americano sul tipo di quello accaduto a Parigi».
Intanto l''ultimo annuncio pubblicato sul sito Viaggiaresicuri dell'unità di crisi della Farnesina invita «i connazionali ad attenersi alle indicazioni delle Autorità locali e ad evitare ogni spostamento»
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