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Su nuova crisi Bosnia consulto in Consiglio di sicurezza Onu

epa11925854 President of Republika Srpska Milorad Dodik addresses his supporters in Banja Luka, Bosnia and Herzegovina, 26 February 2025. Dodik has been sentenced to one year in prison and barred from public office for six years in a first-instance verdict for disobeying the decisions of Bosnia and Herzegovina’s international envoy, High Representative Christian Schmidt. EPA/NIDAL SALJIC
epa11925854 President of Republika Srpska Milorad Dodik addresses his supporters in Banja Luka, Bosnia and Herzegovina, 26 February 2025. Dodik has been sentenced to one year in prison and barred from public office for six years in a first-instance verdict for disobeying the decisions of Bosnia and Herzegovina’s international envoy, High Representative Christian Schmidt. EPA/NIDAL SALJIC
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SARAJEVO, 07 MAR - Le consultazioni informali del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione politica in Bosnia-Erzegovina, svoltesi ieri sera in una seduta a porte chiuse a New York su richiesta della Russia, si sono concluse senza una posizione ufficiale e scritta. Secondo informazioni non ufficiali, si è discusso dell'attuale situazione politica nel Paese balcanico, che attraversa una grave crisi politica e istituzionale, del processo e della condanna del presidente della Republika Srpska Milorad Dodik, delle leggi varate dall'Assemblea nazionale della Republika Srpska e del funzionamento dell'Ufficio dell'Alto Rappresentante (OHR) internazionale in Bosnia-Erzegovina. Come si è appreso da fonti giornalistiche a Sarajevo, in particolare i rappresentanti di Gran Bretagna. Grecia, Danimarca e Francia si sono mostrati contrari alle posizioni russe, sottolineando l'importanza di rispettare l'accordo di pace di Dayton, l'integrità territoriale e la sovranità della Bosnia ed Erzegovina, e le decisioni dell'Alto Rappresentante. Sottolineata inoltre la necessità di astenersi dalla retorica divisiva e da azioni che possano provocare ulteriore instabilità. Da parte russa al tempo stesso sono statre ribadite le critiche all'Alto Rappresentante Christian Schmidt, che per Mosca non ha alcuna legittimità. Intanto, è stata segnalata nelle ultime ore una maggiore presenza di militari della Forza europea Eufor nella zona di Pale, vicino a Sarajevo. Da Eufor hanno sottolineato che si tratta di normali attività di pattugliamento, e che non vi è alcun motivo di apprensione tra la popolazione. Le tensioni politiche e interetniche in Bosnia-Erzegovina sono tornate a salire negli ultimi giorni dopo la condanna a un anno di carcere del leader serbo-bosniaco Milorad Dodik per disobbedienza alle delibere dell'Alto rappresentante, condanna che ha provocato la reazione di Dodik con la promulgazione di nuove leggi sul divieto dell'attività di organi centrali giudiziari e di polizia sul territorio della Republika Srpska, l'entità a maggioranza serba di cui Dodik è presidente.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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