Strage Casteldaccia: sindacati, "Precarietà uccide"
PALERMO, 07 MAG - "Questa condizione di precarietà è inaccettabile. Le norme hanno determinato la precarietà nel lavoro e nella vita. Oggi siamo piu' poveri. Il lavoratore è ricattabile disposto a fare di tutto per conservare quel posto di lavoro. La responsabilià è di chi ha fatto le leggi, di chi ha fatto in modo che quelle leggi non venissero cambiate. E' la scelta di un sistema economico che pensa che le morti sul lavoro siano un costo sociale sostenibile. Questo meccanismo perverso di interessi tra sistema economico e politico ha determinato che oggi i lavoratori in Italia sono poveri, precari e a rischio della vita". Lo ha detto Mario Ridulfo, segretario della Camera del lavoro di Palermo, davanti la prefettura parlando a diverse centinaia di lavoratori che con le bandiere dei propri sindacati partecipano al sit in organizzato dopo la strage di Casteldaccia mentre una delegazione di sindacalisti attende di parlare col prefetto Massimo Mariani. I sindacati degli edili hanno organizzato per oggi uno sciopero di otto ore, mentre i sindacati confederali hanno organizzato uno sciopero generale di 4 ore per tutti gli altri settori. "La responsabilità è di chi governa il Paese - ha proseguito Ridulfo - Non basta dire mai più morti, bisogna cambiare le norme ed evitare che i lavoratori siano l'anello debole di questa catena. La precarietà non può costruire il nostro futuro e quello dei nostri figli, costruisce solo lutti e non possiamo vivere di lutti, con le istituzioni che il giorno dopo la tragedia vanno a mettere le corone, diventano corone di spine". "Da mesi abbiamo chiesto al prefetto, al sindaco di aprire un tavolo sulla sicurezza nel lavoro e sulla filiera degli appalti nelle aziende partecipate e questo non è successo - ha concluso - Noi ci costituiremo parte civile nel processo che dovrà accertare le responsabilità di questa ennesima strage di lavoratori, sia nei confronti dell'azienda ma anche del committente e anche del socio unico dell'azienda". I lavoratori morti erano impiegati della Quadrifoglio group che lavorava per conto dell'Amap, società idrica partecipata dal Comune di Palermo, e uno era interinale dell'Amap.
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