Stop allo sci, Garavaglia: «Il danno va indennizzato»
«C'è stato un danno per una scelta del governo e i danni vanno indennizzati»: lo ha detto il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, dopo un incontro con gli operatori della montagna, i rappresentanti degli enti locali insieme al presidente della Lombardia Attilio Fontana e in collegamento il ministro delle per gli Affari regionali Mariastella Gelmini e il governatore del Piemonte Alberto Cirio.
«Il governo riveda modalità e tempi con cui si decidono i cambiamenti di colore e le riaperture, così è schizofrenico e non va nella direzione di contrastare efficacemente epidemia» ha aggiunto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.
Il governatore, con il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia e gli assessori Lara Magoni (Moda, Marketing territoriale e Turismo) e Massimo Sertori (Montagna ed Enti locali), e il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio ha incontrato i gestori degli impianti sciistici.
«Nel prossimo decreto, una quota dei 32 miliardi andrà alla montagna. Alla luce di quello che è successo, credo che sarà una quota importante. Non ci sono problemi a capire l'entità del danno» ha aggiunto il ministro. «L'entità del danno è ancora da quantificare, ma secondo le stime fatte dalle Regioni, per il sistema montagna, tolto gli impianti, parlano già di 4,5 miliardi, a questi vanno aggiunte le risorse per gli impianti di risalita» ha aggiunto.
«Abbiamo ascoltato il grido di dolore di tanti operatori - ha spiegato Fontana - dei sindaci e dei rappresentanti delle Comunità montane. Ci hanno espresso la loro angoscia e disillusione perché questo può essere davvero un colpo decisivo per le sorti di tanti comprensori».«La contestazione principale - ha chiosato Fontana - è anzitutto al metodo. Meno di una settimana fa il Cts aveva dato il via libera alla riapertura degli impianti, i gestori si erano attrezzati e noi avevamo emesso un'ordinanza per riprendere le attività sciistiche nel rispetto delle regole concordate fra Regioni, Governo e Cts. La nostra, in particolare, prevedeva riaperture al 30%. Purtroppo all'ultimo momento è arrivata questa doccia gelata che ha bloccato la ripartenza. Da parte di tutti si sono sollevate una serie di richieste, di ristori e di risarcimenti del danno».
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