Stop all’Iva: manovra e bonus sui bancomat contro l'evasione
Stop all’aumento dell’Iva e avvio del taglio delle tasse sul lavoro, grazie a 14 miliardi di flessibilità e 7 miliardi di proventi dalla lotta alla evasione. A meno di un mese dalla sua nascita, il governo Conte approva la nota di aggiornamento al Def, il documento che disegna la cornice di una manovra da circa 29 miliardi. Il deficit viene fissato al 2,2% del Pil, come auspicato dal ministro Roberto Gualtieri che assicura il rispetto delle regole Ue.
Il debito però non è nei parametri di Bruxelles, dal momento che il calo è ridotto (dal 135,7% al 135,1% del Pil). La sterilizzazione dell’Iva, oggetto di trattativa serrata all’interno della stessa maggioranza nelle ultime ore, è però solo il primo passo nel cammino del governo giallo rosso: lo spiega il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri che dice di non «accontentarsi» e di essere pronto a realizzare i «29 punti del programma su cui ha chiesto la fiducia» meno di un mese fa.
Il percorso. Non tutto potrà essere fatto nel primo anno, spiega il presidente del Consiglio, ma l’obiettivo è arrivare ad una «riduzione delle aliquote Iva», tagliare il cuneo in modo crescente ma anche puntare i riflettori sulle famiglie: «Vogliamo perseguire - assicura - un family Act che metta ordine a tutta la selva di agevolazioni e tax expenditures» e vogliamo anche «dare un segnale anche alle persone con disabilità» grazie all’adozione di un codice ad hoc.
L’Italia poi si imporrà con una vera e propria «svolta verde» è la promessa del governo: «progettiamo la modernizzazione del Paese, la digitalizzazione, la semplificazione burocratica, per orientare tutto il sistema verso l’economia circolare e proteggere da subito il nostro ambiente». Ed è proprio puntando in questa direzione che il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri lancia i green bond, vale a dire «titoli di debito italiani esplicitamente destinati a sostenere gli investimenti nella sostenibilità ambientale».
Il quadro delineato dal Def in vista della manovra «costituisce una base solida - spiega sempre il titolare di via XX Settembre - per un programma ambizioso che deve fare i conti con un’eredità impegnativa, sia per per il quadro internazionale, che per le ripercussioni sulla finanza pubblica che hanno avuto stagioni più tumultuose del quadro politico e dei rapporti con l’Europa».
Evasione. Tra i pilastri chiave dell’azione dell’Esecutivo, oltre alla flessibilità chiesta a Bruxelles, c’è poi la lotta all’evasione: un quarto di tutte le risorse arriva da lì e il capitolo è chiaramente ancora tutto da scrivere. Se ne occuperà la manovra, che entrerà nel dettaglio delle misure ma intanto Conte scommette sulla diffusione dei pagamenti elettronici. Il Paese, è la convinzione anche del titolare dell’Economia deve «voltare pagina» anche nel contrasto ai furbetti del fisco. Ora comunque, è il monito di Gualtieri, è importante «evitare contraccolpi»: il minor costo del debito pubblico per il calo dello spread vale «6 miliardi» che contribuiscono, evidenzia infatti, al successo della sfida a sterilizzare le clausole di salvaguardia.
Tensione. Il via libera al Nadef arriva nel momento in cui nella maggioranza le acque sono agitate con il durissimo messaggio di Conte a Renzi: «Si sta nel governo per lavorare» non per occupare spazi politici». Il presidente del Consiglio non avrebbe affatto apprezzato, a quanto raccontano diverse fonti, l’offensiva di Italia viva sul tema di un possibile aumento dell’Iva. «Giochini» politici, li avrebbe definiti, destinati solo ad agitare le acque. Lo scontro tra i partiti di governo, rimasto dietro le quinte fino al giorno del varo del Def, tracima sulla scena.
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