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«Sono umane le ossa nell’auto di Sabrina»

Svolta nelle indagini sull’omicidio Beccalli, ora si attenda l’esame del Dna per conferma
Sabrina Beccalli e Alessandro Pasini - Foto da Facebook
Sabrina Beccalli e Alessandro Pasini - Foto da Facebook
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Sono probabilmente di Sabrina Beccalli, e non di un cane, i resti trovati nell’auto bruciata della 39enne scomparsa a Crema lo scorso 15 agosto. La svolta nelle indagini è arrivata al termine delle prime analisi eseguite all’Istituto di medicina legale di Milano su una trentina di piccole ossa e lembi di tessuto.

Nelle prossime ore verrà effettuato anche l’esame del Dna per stabilire con certezza che Sabrina è morta bruciata nella sua Fiat Panda. Che quei resti fossero umani era già stato ipotizzato dal medico legale Angelo Grecchi, sulla scorta delle immagini mostrategli dall’avvocato cremasco Paolo Sperolini, difensore di Alessandro Pasini, l’uomo rinchiuso in carcere a Monza con l’accusa di omicidio e distruzione di cadavere.

La stessa procura di Cremona si stava ormai orientando da qualche giorno in questa direzione. «Il fatto che il cadavere sia stato cercato ovunque, a lungo e inutilmente, e che l’indagato sostenga con tanta ostinazione di aver bruciato il corpo della vittima - aveva spiegato il procuratore capo di Cremona, Roberto Pellicano - ci spinge a rivalutare con attenzione questa pista». Ma il giallo non può dirsi risolto.

Resta ancora da capire, infatti, se Sabrina sia stata uccisa da Pasini, come sostengono gli inquirenti, o se invece sia morta in seguito a un’overdose, come racconta invece l’indagato, che ha sempre ammesso di esser stato lui ad aver incendiato l’auto senza però aver ucciso nessuno.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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