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«Sono incinta»: l’amante l’accoltella e la uccide

Nuovo barbaro omicidio contro una donna. La vittima viveva in Sicilia ed è una trentenne con un figlio
Il momento dell’aggressione - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
Il momento dell’aggressione - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Il litigio perchè lei voleva rendere nota la loro relazione alla moglie dell’amante, e per non farlo voleva soldi, poi la prima coltellata, e quindi la conferma della rivelazione fatta due settimane fa con un messaggino al telefono «Sono incinta, aspetto il tuo bambino, ti amo».

E quando tutto sembrava risolto col viaggio verso l’ospedale ecco le bastonate in testa e la coltellata alla gola. Così è morta l’altra mattina Ana Maria Lacramioara Di Piazza, 30 anni, uccisa dall’imprenditore Antonino Borgia, 51 anni, tra Partinico e Balestrate vicino Palermo. Un femminicidio atroce che ricorda la morte, nel Bresciano, di Marilia Rodrigues.

Un omicidio feroce per le modalità e per la totale insensibilità dell’assassino che ha ucciso la donna dopo aver saputo che lei era incinta, e poi, dopo il delitto ha continuato la sua routine come se nulla fosse. La scena iniziale dell’aggressione è impressa su una memoria digitale ripresa dalla videocamera di sicurezza di una villa, che ha registrato anche l’audio, ed è stata portata da un testimone ai carabinieri. L’assassino è stato arrestato e ha confessato. È accusato di omicidio, porto illegale di arma, occultamento di cadavere, procurato aborto. Ana Maria, di origini romene, residente a Giardinello (Pa), era stata adottata da una coppia del piccolo centro in provincia di Palermo, ha un figlio di 11 anni, e aveva da un anno una relazione con il Borgia. Ieri verso le 7 i due si sono incontrati allo svincolo di Partinico.

La vittima aveva chiesto dei soldi all’uomo - ha raccontato lui agli inquirenti - circa 3 mila euro dicendogli che altrimenti avrebbe raccontato tutto alla moglie. La sera prima Borgia aveva promesso di darglieli. «Due settimane fa - ha sostenuto l’indagato - lei era in Romania e mi ha mandato un messaggio in cui mi ha scritto che aveva scoperto di essere incinta. Mi ha detto che il figlio era mio». Una volta arrivati in una zona dove l’imprenditore, che ha una ditta che realizza piscine, aveva un cantiere, i due avrebbero iniziato a litigare.

Borgia ha preso un coltello da cucina con lama seghettata e ha colpito la donna alla pancia. Lei ha tentato di fuggire e l’uomo l’ha rincorsa facendola risalire sul furgone e promettendole che l’avrebbe portata in ospedale. Sono le 7.38, la scena viene ripresa dalla videocamera e nel filmato si vede e si sente la donna urlare «Ma che fai aspettiamo un bambino, io ti amo. Tu mi ami? Buttalo quel coltello Devo morire? Dimmelo devo morire?». L’imprenditore sembra calmarsi (il coltello sarà ritrovato dai carabinieri sporco di sangue), ha fatto risalire Ana sul furgone e si è diretto verso l’ospedale. Sono le otto e i due sono nei pressi del ponte dell’autostrada all’altezza di Partinico. Qui riprendono a litigare. Il furgone si è fermato. Ana apre lo sportello e tenta di fuggire. Alla scena ha assistito una donna: è lei che darà l’allarme ai carabinieri. Borgia ha preso un bastone e ha colpito la vittima più volte alla testa poi le ha tagliato la gola. Ha avvolto il cadavere in lenzuola e coperte, ha legato tutto con una corda e ha nascosto il corpo in campagna ricoprendolo di sterpaglie. Poi è risalito sul furgone ed è andato a fare colazione in un bar come se nulla fosse.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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