Sisma in Nuova Zelanda: «Pochi danni rispetto all’intensità»
Qualche crollo o smottamento, strade interrotte per via delle crepe che in alcuni punti hanno sbriciolato l'asfalto, collegamenti tra isole interrotti a cuasa dei danni alle banchine dei porti.
Questa la situazione in Nuova Zelanda dopo il terremoto di magnitudo 7.9 che ieri a mezzogiorno (ora italiana) ha colpito l'isola sud.
«La prima scossa ci ha svegliati e siamo rimasti senza energia elettrica per circa un'ora» racconta Massimo Nember, che insieme alla compagna Raffaella vive a Nelson, qualche centinaio di chilometri a nord di Christchurch, epicentro del sisma.
«Qui a Nelson non ci sono danni particolari - scrive ancora -, altrove ci sono strade interrotte e qualche frana».
Pochi danni, insomma, rispetto all'entità della scossa, come detto di magnitudo 7.9 a cui ha fatto seguito uno sciame sismico che ha registrato una nuova replica di magnitudo 6.8.
Il bilancio, per ora, è di due vittime e di migliaia di persone evacuate temporaneamente per il pericolo tsunami: sulla costa est, infatti, si sono abbattute onde alte più di due metri.
«Le case in legno barcollano ma non mollano», conclude Massimo.
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