Italia e Estero

Sicurezza: tre i latitanti di massima pericolosità

Il boss mafioso Matteo Messina Denaro in un fermo immagine dopo l'arresto dai carabinieri del Ros, dopo 30 anni di latitanza, Palermo, 16 gennaio 2023. ANSA/US CARABINIERI +++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY +++ NPK +++
Il boss mafioso Matteo Messina Denaro in un fermo immagine dopo l'arresto dai carabinieri del Ros, dopo 30 anni di latitanza, Palermo, 16 gennaio 2023. ANSA/US CARABINIERI +++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY +++ NPK +++
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ROMA, 08 FEB - Dopo gli arresti di Matteo Messina Denaro, Pasquale Bonavota, Francesco Pelle e Rocco Morabito, sono attualmente 3 i latitanti ritenuti di massima pericolosità, inseriti nell'elenco del Giirl (gruppo integrato interforze per la ricerca dei latitanti). Si tratta di Renato Cinquegranella appartenente alla camorra, Attilio Cubeddu responsabile di "gravi delitti" e Giovanni Motisi affiliato a Cosa nostra. E sono tre i latitanti pericolosi assicurati alla giustizia dall'inizio dell'anno Andrea Deiana responsabile di "gravi delitti", arrestato il 12 gennaio a Città del Messico, Marco Raduano, appartenenti alla criminalità pugliese, evaso dalla Casa Circondariale "Badu e Carros" di Nuoro e arrestato il primo febbraio in Francia e Gianluigi Troiano affiliato alla criminalità pugliese, evaso dagli arresti domiciliari l'11 dicembre 2021 e arrestato il 30 gennaio in Spagna. E' quanto emerge dal report sull' attività del Giirl per la ricerca e l'arresto dei latitanti presentato a poco più di un anno dall'arresto di Messina Denaro. Dal 2019 al 2023 sono stati inseriti 64 soggetti negli elenchi dei latitanti : 6 di massima pericolosità (3 affiliati alla 'ndrangheta, 2 alla camorra e 1 all'area definita responsabili di "gravi delitti); 58 pericolosi, comprese 12 donne (28 responsabili di "gravi delitti", 15 appartenenti alla 'ndrangheta, 10 alla camorra, 4 alla criminalità pugliese e 1 a cosa nostra). Nello stesso quinquennio sono stati assicurati alla giustizia 55 latitanti, di cui 7 di massima pericolosità e 48 pericolosi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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