Siccità, 36,5 milioni di euro per cinque regioni: 9 andranno alla Lombardia
Trentasei milioni e mezzo di euro da destinare a cinque regioni piegate dalla siccità. Il consiglio dei ministri ha deliberato lo Stato di emergenza per le regioni più colpite dalla grande sete: 10,9 milioni andranno all'Emilia Romagna, 4,2 milioni al Friuli Venezia Giulia, 9 milioni alla Lombardia, 7,6 milioni al Piemonte e 4,8 milioni Veneto. Con ormai settimane di caldo record, l'agricoltura al collasso e i fiumi a secco, il governo ha dunque dato il via libera allo stato di emergenza, in vista di un decreto ad hoc con la nomina di un commissario straordinario e l'avvio delle prime procedure per contrastare la siccità in Italia.
Aziende agricole a rischio
Stando ai dati forniti da Coldiretti, infatti, sono circa 270mila le aziende agricole che si trovano nelle regioni interessate dallo stato di emergenza. «Un capitale dell'agroalimentare Made in Italy che rischia di sparire sotto i colpi della siccità, con i danni che hanno già superato i tre miliardi di euro», spiega l'associazione che rilancia il progetto, realizzato insieme con l'Associazione nazionale delle bonifiche, per la realizzazione di una rete di bacini di accumulo (veri e propri laghetti) per arrivare a raccogliere il 50% dell'acqua dalla pioggia. «Ma per fare ciò - chiosa il presidente Ettore Prandini - è necessario che la questione sia trattata per quella che è, cioè una vera e propria emergenza nazionale».
Dalla Confederazione degli agricoltori, poi, arriva l'invito a «lavorare su soluzioni di lungo periodo per uscire dalla logica emergenziale». E sul commissario l'auspicio è quello che che «venga scelta una persona che conosca da vicino i problemi della rete idrica italiana, così come quelli dell'agricoltura, e che gli interventi straordinari possano dare al più presto sollievo al nostro Paese».
Gelmini: «Fondamentali i fondi del Pnrr»
«Le Regioni finora hanno fatto un ottimo lavoro e il confronto in Conferenza va avanti, ma questa crisi idrica impone un intervento nazionale - ha commentato in una nota il ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini -. La carenza idrica di queste ultime settimane non ha fatto altro che esacerbare una situazione già piuttosto critica nel nostro Paese: da decenni non vengono realizzati nuovi invasi e dighe, facciamo i conti con infrastrutture obsolete o acquedotti colabrodo. Cogliamo quindi l’opportunità del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza anche per affrontare il tema della gestione dell’acqua in modo strutturale. Nel Pnrr sono previsti 2 miliardi e 800 milioni di euro per interventi al sistema di distribuzione delle acque, per la riparazione e l’ammodernamento delle reti idriche, ma anche investimenti sui sistemi irrigui per garantire all’agroalimentare una maggiore e più costante disponibilità di acqua».
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