Italia e Estero

Sì del Senato, la manovra è legge. Renzi si dimette alle 19

Il ddl Bilancio è stato approvato con voto di fiducia. La manovra ora è legge. Il premier Renzi annuncia su Twitter le dimissioni formali
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L’Aula del Senato ha dato il via libera definitivo alla manovra con 166 sì, 70 no e 1 astenuto. Il ddl Bilancio è stato approvato con voto di fiducia senza modifiche rispetto al testo licenziato dalla Camera con 173 sì e 108 no.

L'articolo 1 del provvedimento, composto di 638 commi, contiene la manovra ed è stato approvato con la fiducia. Gli altri articoli contengono le disposizioni dei Ministeri con la parte tabellare fino all'articolo 18 (l'articolo 19 riguarda l'entrata in vigore). La manovra ora è legge.

«Legge di bilancio approvata. Alle 19 le dimissioni formali. Un grazie a tutti. Evviva l'Italia». Lo annuncia il premier Matteo Renzi su Twitter.

 

 

La manovra vale 27 miliardi ed è completata dal decreto legge fiscale già approvato dal Parlamento. Per quanto riguarda la sua composizione, sulle entrate si registra nel 2017 una riduzione di circa 4,7 miliardi, collegata allo stop delle clausole di salvaguardia su Iva ed accise (che comportano una perdita di gettito di circa 15 miliardi solo parzialmente compensata dalle maggiori entrate derivanti dal decreto fiscale e dalle misure di maggiore entrata del disegno di legge di bilancio). Sul versante delle spese, gli interventi previsti determinano un aumento di circa 7,2 miliardi che, sommate alle minori
entrate, determinano il peggioramento del saldo di indebitamento.

Nella sezione II del provvedimento sono poi previste le riprogrammazioni di risorse di alcuni fondi, come quello per lo sviluppo e la coesione e quello per interventi in materia di trasporti e viabilità, infrastrutture ed edilizia pubblica. E' stato portato a 113 miliardi il finanziamento del servizio sanitario nazionale. Previste risorse per l'emergenza terremoto.

Il disco verde lampo di Palazzo Madama conseguente alla crisi politica post-referendum congela la
manovra senza le modifiche che la stessa maggioranza e il Governo puntavano ad introdurre nella seconda lettura del Senato.

Gli interventi annunciati riguardavano eco-bonus e sisma-bonus (in particolare per risolvere la questione degli incapienti), i 50 milioni per l'emergenza sanitaria legata all'Ilva di Taranto e la ripartizione del fondo unico per gli enti locali. E' rimasta senza soluzione a Montecitorio anche la questione del fondo di risoluzione bancario. Non è escluso che alcuni temi possano essere ripresi in ulteriori provvedimenti, come il cosiddetto Milleproroghe il cui varo viene dato per scontato.

Archiviato il capitolo, il timing della crisi immaginato da Renzi e Mattarella prevede di «scongelare» le dimissioni del premier e avviare la fase delle consultazioni per la definizione di un nuovo governo. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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